Pubblichiamo la traduzione di un'intervista fatta a Sr. Corina, missionaria in Georgia con un cuore di madre per coloro che soffrono.
“La Georgia è la mia seconda Patria, l’amo moltissimo”
Una suora cattolica – Sr. Corina - è
arrivata in Georgia dall’Italia 12 anni fa, e da quel periodo si prende cura
degli ammalati che sono inchiodati al letto e degli anziani che hanno bisogno
di un aiuto. Lei fa parte della Congregazione delle Figlie di San Camillo de Lellis. Dal 1999 Sr.
Corina presta il suo servizio a Tbilisi, a Temka nel Policlinico “Redemptoris Hominis”, dove operano i padri Camilliani, i quali prestano il loro
servizio di carità in tutto il mondo.
Fino al 2009 i servizi offerti dal Policlinico erano completamente gratis,
siccome la distribuzione dei farmaci, necessari per la salute degli anziani.
Adesso le prestazioni vengono pagate parzialmente, anche se le persone che
hanno bisogno vengono ugualmente assistite dalle 3 suore e dai medici.
Le suore vanno nelle case dove ci sono dei pazienti molto difficili e li
servono in modo gratuito e con tutto il cuore. Sr. Corina già da anni fa questo
servizio; ha imparato pure la lingua georgiana e per questo il suo approccio
con i pazienti è facilitato. Tante persone malate ricordano Sr. Corina con una
gratitudine sincera.
Ci racconti di Lei
“Sono nata in Perù. Siamo una famiglia di dieci tra sorelle e fratelli.
L’uomo stesso sceglie la sua strada
nella vita, alcuni preferiscono una famiglia, figli – altri scelgono il
servizio di Dio, avevo 17 anni quando sono entrata in convento, e ci vivo da 22
anni. Quando le nostre suore tornavano
dall’Africa e raccontavano la loro esperienza, anch’io volevo andare in Africa
e pensavo molto a questo. Ma quando la nostra Madre Generale mi ha detto che le
serviva una suora in Georgia, io ho accettato subito, perché avevo nel cuore il desiderio di andare in
missione.
Allora che informazione
aveva Lei sulla Georgia?
Non sapevo nulla sulla Georgia. Quando sono arrivata, ho cominciato ad
imparare il georgiano, ho trovato tanta difficoltà al principio ma ho superato il
problema della lingua e non ho più problemi
nel parlare con i pazienti. Con me, vengono le volontarie georgiane, anche loro
sono credenti, facciamo un servizio utile e bello davanti al Signore, serviamo
tanti ortodossi...
Come passa la sua giornata?
Come tutte le suore anch’io inizio la mia giornata alle 6 di mattina con la
preghiera. Alle ore 7:30 i padri camilliani celebrano la Messa da noi, si fa la
collazione e dopo si va al Policlinico per prepararsi ad andare dai malati. Attualmente
ho 30 malati. Alle 13:00 abbiamo il pranzo; poi preghiera e ritorniamo a fare
il nostro servizio ai malati.
Prendete cura dei malati
che stanno a letto, vero?
Si, in genere i miei pazienti sono le persone anziane e disabili. Vado a
visitarli a casa loro. Prima di arrivare in Georgia, ho frequentato il corso d’infermiera
e di caposala. Proprio la` ho imparato come fare la terapia e prendersi cura dei
malati. Spesso i membri della famiglia stessa non riescono e non sanno nemmeno
le cose elementari, per esempio, come lavarli.
Quando vedono che lo facciamo senza grande fatica e senza problemi e
scomodità, si stupiscono. Allora laviamo
il malato prima di tutto, cambiamo il pannolone, mettiamo tutto in ordine e
lasciamo il malato ben curato. Una volta al mese portiamo i pannoloni, farmaci
e il cibo. Dall’Italia arrivano dei container pieni di cibo e di abbigliamenti
e tutto questo noi portiamo alla gente bisognosa.
Andate ogni giorno dal
malato?
Si, ci sono dei malati che hanno la famiglia, ma noi lo stesso andiamo da
loro per curarli. Tante volte ho anche insegnato alle figlie come lavare la
madre malata che sta a letto. Ci sono anche i pazienti con le piaghe da
decubito, per loro è necessario un trattamento speciale. La figlia di una mia malata ha imparato da me
come fare e, nei giorni quando io non vado, fa da sola tutta la procedura.
Curare delle piaghe e delle
ferite simili non è facile. Lei, ha dei risultati positivi?
Io sono molto contenta dei risultati. Un ragazzo di 17 anni è stato un mese
all’ospedale e i genitori non avevano i soldi per curarlo - sapete se non ci
sono i soldi nessuno ti dà l’attenzione sufficiente. I medici hanno detto alla
madre: “Non c’è senso di lasciarlo in ospedale, al massimo vivrà un altro
mese”. La madre ha portato il figlio a casa e per caso ha saputo del
nostro servizio, è venuta da noi e ci ha lasciato l’indirizzo e, anche se io
vado solo dalle donne, sono andata da loro con un ragazzo volontario, mi hanno
fatto vedere il paziente, la situazione era penosissima e terribile – le piaghe
erano terribili, praticamente la carne era
in putrefazione c’era un’infezione in corso. Ho detto ai genitori che l’indomani
sarei ritornata con il chirurgo. Il giorno seguente insieme al nostro direttore
del Policlinico, il Dott. Yuri Meladze, siamo andati da quella famiglia. La
situazione del ragazzo era tale che il Dottore ha fatto l’intervento chirurgico
lì nella casa. Nei giorni successivi sono andata sempre a medicare le piaghe;
usavo iodio e della pomata di iruxol. Sono passati 8 anni il ragazzo, grazie al
Signore, sta bene. Questo è stato un miracolo del Signore. Un’altra storia è successo con una donna che
aveva due figlie minorenni, e le hanno consigliato un intervento, altrimenti i
medici non davano delle garanzie per la sua vita. Conoscevo il Primario dell’Ospedale
numero 8, il quale spesso mandava i pazienti poveri e bisognosi da noi. Sono
andata direttamente da lui e ho chiesto che facesse l’intervento alla signora. Egli
ha accettato, ho portato tutto il necessario per l’intervento e non ho lasciato
la malata fino a quando non è stata
dimessa dall’ospedale. Comunque la vita della malata è stata
salvata. Un’altra storia interessante
era con una paziente che aveva il piede in cancrena, il chirurgo voleva amputarle
tutta la gamba ma io con i miei metodi, ho salvato la gamba, medicandola ogni giorno.
Quella donna era un’insegnante, e tuttora insegna nella scuola media.
Ci va spesso in Perù?
Siccome sono una suora, vado a casa una volta ogni tre anni, queste sono le
disposizioni della nostra Regola. Quest’anno
sono stata a casa, mia mamma è deceduta da 25 anni, ma ho ancora il mio papà. I
miei fratelli e le mie sorelle sono sposati, sono andata a trovare tutti
quanti. La Georgia
è la mia seconda Patria, amo molto questo paese. Mi dispiace molto quando vedo
le persone bisognose che non hanno la possibilità di andare nell’ospedale.
Incontro tantissimi ostacoli, adesso per esempio ho una paziente che sta a
letto, non ha la casa, il suo figlio è in carcere e la nipote l’ha presa a casa
sua per assisterla. Le hanno tolto l’aiuto sociale, sono andata al
municipio per informarmi perché l’hanno tolto l’aiuto sociale – allora, mi
hanno spiegato che la commissione ha valorizzato i beni immobili della famiglia
dove abita attualmente la signora. Penso che non è giusto questo, cerco di
aiutare alla sig.ra Nana con tutto quello che posso, non si può abbandonare la
persona quando sta in una situazione così difficile.
I suoi pazienti per caso
non hanno cambiato la religione?
Per me non importa di che religione sia la persona che assisto, tra le 30 persone
che attualmente mi prendo cura, solo una
è cattolica, le altre sono ortodosse. Quando vedo che la persona sta per
morire, consiglio ai parenti di invitare a casa il sacerdote per una preghiera
e per la confessione. Quel bene che faccio lo faccio al Signore e non dirò mai
al paziente di diventare cattolico.
Vi racconterò un’altra storia: c’era una bimba di 5 anni con la sindrome di
Down, la sua mamma era molto preoccupata, perché la ragazza non poteva camminare.
Sempre dicevo alla mamma che bisogna avere la speranza, e intanto portavamo la
bimba al Policlinico dove le si facevano dei massaggi. Per fortuna, ma
soprattutto per la grazia del Signore, questa bimba adesso cammina. La bimba è
un po’ aggressiva, non lascia la madre andare da nessuna parte, non rimane da
sola, allora ho consigliato la mamma di portarla ad una scuola speciale dove
lei possa avere dei rapporti con i suoi coetanei e con i bimbi che hanno
la stessa sindrome.
In Georgia ci sono tante ragazze-madri, cerchiamo di aiutare anche loro.
Il Policlinico è fornito di moderne apparecchiature e vi lavorano medici di
diverse specializzazioni. Ci sono 2 massaggiatrici polacche che lavorano da
noi.
Al Policlinico arrivano anche dei malati con ictus che purtroppo non si riprendono completamente perché
non possono fare la riabilitazione. Fra poco si aprirà un Centro di
Riabilitazione, che sarà uno dei migliori in tutta la Georgia, e ci sarà una
disponibilità di 24 letti soltanto per la riabilitazione post ictus. I Padri Camilliani hanno un ospedale in
Armenia, e quando i malati necessitano di qualche intervento particolare, li
mandiamo là.
Commenti
Posta un commento