Emblema del Papato
Lo stemma del Papato rappresenta due simboli della Chiesa cattolica. Il
primo è il triregno o tiara, il copricapo proprio del papa, che
rappresenta la triplice Chiesa, militante, sofferente, trionfante, ma
anche i tre poteri del papa: padre dei re, rettore del mondo e vicario
di Cristo. Sotto al triregno un altro importante
simbolo della Chiesa: le chiavi incrociate, che rappresentano la
giurisdizione propria del papa, derivante dal lascito di Gesù Cristo a
san Pietro, primo pontefice, quando nel Vangelo di Matteo (16:16-18) gli
dice:
"Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'Inferno non prevarranno contro di essa. E a te darò le chiavi del Regno dei Cieli; e ciò che legherai sulla terra, resterà legato nei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli".
Nello stemma compaiono due chiavi, una d’oro e l’altra d’argento. La prima rappresenta la giurisdizione spirituale, la seconda quella temporale.
"Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'Inferno non prevarranno contro di essa. E a te darò le chiavi del Regno dei Cieli; e ciò che legherai sulla terra, resterà legato nei cieli, e ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli".
Nello stemma compaiono due chiavi, una d’oro e l’altra d’argento. La prima rappresenta la giurisdizione spirituale, la seconda quella temporale.
Bandiera della Città del Vaticano
In essa troviamo tanto il triregno papale che le due chiavi incrociate,
unite da un nastro rosso.
Sullo sfondo, i colori bianco e giallo. Il
bianco è il colore della fede, il giallo il colore del tradimento.
Rimanda all’episodio della rinnegazione di San Pietro, che per tre volte
– prima che il gallo per due volte canti , come a lui aveva
profetizzato Gesù – smentisce di essere un discepolo di Gesù -timoroso
del supplizio- davanti ad una serve che sosteneva di averlo riconosciuto
come uno dei suoi seguaci. E Pietro, uomo debole ma dall’incrollabile
fede, nonostante una tale caduta, fu scelto da Gesù come 'roccia' su cui
edificare la Sua Chiesa, come primo Papa, proprio perché fosse palese
che la vittoria è soltanto di Cristo e non risultato delle forze umane,
per mantenere ognuno di noi nella umiltà e nella coscienza della propria
fragilità. Il giallo indica così la cifra di umanità e fragilità della
Chiesa. La bandiera della Città del Vaticano non subisce variazioni in
caso di morte o dimissioni del Papa. Resta sempre la stessa.
Emblema della Santa Sede
La Santa Sede è un'entità distinta dallo Stato della Città del
Vaticano. La Santa Sede, infatti, non indica un territorio, bensì il
supremo organo di governo della Chiesa cattolica, costituito dal Papa e
dalla Curia Romana.
Nello stemma della Santa Sede, impresso in uno scudo rosso, volto a simboleggiare la passione di Cristo e il sangue dei martiri, troviamo l’emblema del Papato, costituito dalla tiara e dalle due chiavi tenute unite da un cordone dorato. In caso di morte o dimissioni del Papa, viene sostituito con lo stemma della Sede vacante. Viene poi ripristinato non appena viene proclamato il nuovo Pontefice.
Nello stemma della Santa Sede, impresso in uno scudo rosso, volto a simboleggiare la passione di Cristo e il sangue dei martiri, troviamo l’emblema del Papato, costituito dalla tiara e dalle due chiavi tenute unite da un cordone dorato. In caso di morte o dimissioni del Papa, viene sostituito con lo stemma della Sede vacante. Viene poi ripristinato non appena viene proclamato il nuovo Pontefice.
Emblema della Santa Sede durante la vacante
Quando il Soglio pontificio è vacante, lo stemma della Santa Sede
decade temporaneamente, in attesa che venga eletto il nuovo Papa. Nello
stemma troviamo le due chiavi d’oro e d’argento, ma al posto della Tiara
Papale è presente la basilica, cioè il gonfalone papale, a guisa di
ombrellone a gheroni rossi e gialli.

Emblema del Papa
Lo stemma del Papato, che indica l’istituzione in quanto tale, è poi da
tenersi distino da quello personale, che rappresenta il singolo
Pontefice. È tradizione, da almeno otto secoli, che anche i Papi
abbiano un proprio stemma personale, oltre a simbolismi propri della
Sede Apostolica.
Particolarmente nel Rinascimento e nei secoli
successivi, era uso decorare con lo stemma del Sommo Pontefice
felicemente regnante tutte le principali opere da lui eseguite. Stemmi
papali appaiono infatti in opere di architettura, in pubblicazioni, in
decreti e documenti di carattere vario.
Spesso i Papi adottavano lo scudo della propria famiglia, se esso esisteva, oppure componevano uno scudo con simbolismi che indicavano una propria idealità di vita, o un riferimento a fatti o esperienze passate, oppure ad elementi connessi con un proprio programma di pontificato.
Talvolta apportavano qualche
variante allo scudo che avevano adottato da Vescovi, perché anche
vescovi e cardinali possiedono un loro stemma personale. Anche il
Cardinale Joseph Ratzinger, eletto Papa ed assumendo il nome di
Benedetto XVI, ha scelto uno stemma ricco di simbolismi e di
significati, per affidare alla storia la sua personalità ed il suo
Pontificato.
Il campo centrale presenta una conchiglia, simbolo dei
pellegrini, ma che ricorda anche la leggenda secondo cui Agostino
d'Ippona, incontrando su una spiaggia un bambino che con una conchiglia
voleva svuotare il mare dalla sua acqua, comprese l'impossibilità per la
mente umana di capire il mistero di Dio. La conchiglia inoltre compare
anche nello stemma del monastero di Schotten, a Ratisbona, a cui
Benedetto XVI è particolarmente legato.
Il campo destro presenta un
orso che trasporta un fardello, simbolo dell'arcidiocesi di Frisinga,
richiama la leggenda di san Corbiniano, primo vescovo di Frisinga. La
tradizione vuole che il santo, mentre si recava a Roma, venisse assalito
da un orso che uccise il suo cavallo. Corbiniano allora rimproverò
l'orso e lo costrinse a portare il suo bagaglio fino a Roma, dove lo
liberò. Inoltre papa Benedetto XVI ricorda le parole di sant'Agostino
nel commento al salmo 72: «Sono divenuto per te come una bestia da soma,
e così io sono in tutto e per sempre vicino a te», e l'orso diventa per
lui il simbolo dello stesso pontefice.
Il campo sinistro presenta
la testa di un moro, anch'esso simbolo dell'arcidiocesi di Frisinga, che
per Benedetto XVI è simbolo dell'universalità della Chiesa. Dietro lo
scudo, com'è consuetudine, si trovano le due chiavi "decussate", cioè
incrociate, una d'oro e l'altra d'argento, simbolo di san Pietro. Per
significare la dignità pontificale è stato introdotta in basso
l'immagine del pallio, segno della collegialità e dell'unità tra il papa
e la Chiesa. Un segno di forte discontinuità con la tradizione araldica
papale è dato dall'introduzione per la prima volta di una mitria
vescovile, sopra lo scudo, che ha sostituito la tiara papale.
Secondo
alcuni commentatori, tra i quali lo storico Giorgio Rumi, Benedetto XVI
avrebbe scelto volutamente la mitria «a segnare una maggiore vicinanza
ai Vescovi» per ricordare che il papa è "unus inter pares", oltre che
per eliminare gli "orpelli e i segni rinascimentali", per propugnare un
pontificato in "stile francescano o almeno più spirituale.
Ogni Pontefice ha un suo stemma personale, che non si applica al Papa successore, che ne avrà così uno diverso e nuovo.
Ogni Pontefice ha un suo stemma personale, che non si applica al Papa successore, che ne avrà così uno diverso e nuovo.
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