Omelia di Don Carlo Rodolfi (Parroco della Parrocchia di Sant’Ambrogio- Cremona) in occasione della Santa Messa presso la cappella della Casa di Cura Figlie di San Camillo in data 08 ottobre 2017.
Noi, popolo di Dio, siamo la vigna del Signore. In questa vigna il Signore è sempre all’opera. Di questo noi siamo grati al Signore e se la gratitudine è “la memoria del cuore” noi facciamo memoria di questa Casa di Cura, che compie, nel 2018, i suoi 125 anni dalla fondazione.
In questo giorno c’è un particolare clima di festa: le nostre Suore ci vogliono comunicare la gioia di appartenere alla Congregazione Figlie di San Camillo.
Noi condividiamo questa letizia, siamo riconoscenti per il loro lavoro, la loro professionalità, la loro disponibilità a piegarsi (come fa Gesù) sulle persone ammalate, per aprire il cuore alla guarigione ed alla speranza.
Nella Cremona del 900 c’erano tante intuizioni di carità; è l’epoca nella quale sono nate parecchie case di riposo (in città e fuori città). Il giornale “La Provincia”, nel 1901, scrive parlando della nostra Casa di Cura e delle Suore e recita: “ la nostra città ha avuto la fortuna di ospitare questi angeli di carità e di abnegazione, che sono le Figlie di San Camillo, dedicate totalmente al santo scopo dell’assistenza degli infermi, sia negli ospedali che a domicilio”.
La nostra comunità di Sant’Ambrogio è lieta di poter ospitare questa Casa di Cura, è lieta di constatare che questa Casa è cresciuta nel tempo, ha sviluppato e ingrandito corsie ed uffici, ha perfezionato una notevole capacità diagnostica e di intervento, offrendo quindi una cura di qualità: è una casa di eccellenza.
Tante sono le persone che vi accedono e tanti sono i ricoverati: spesso i parcheggi attorno alla Casa di Cura sono totalmente occupati per le numerose persone che usufruiscono della struttura.
In questo anno, avremo modo di fare festa, di esprimere la nostra riconoscenza alle Suore ed a tutto il personale della Casa di Cura.
In particolare pregheremo il Signore perché le nostre Suore, guardando ai fondatori Padre Luigi Tezza ed alla Beata Giuseppina Vannini, vivano (cito dal giornale “La Provincia”) un’assistenza intelligente, attiva e amorosa, diano il conforto di una compagnia serena, piacevole e calma.
Diceva Padre Tezza “quanto è bello, davanti al Signore la carità che soffre e si immola”.
E Madre Vannini, rivolgendosi alla Suore, diceva: “ il vostro solo nome racchiude ciò che dovete essere davanti a Dio e agli uomini”.
Questa Casa che ha 125 anni, non è invecchiata, anzi ha tutte le carte in regola per durare nel tempo.
E l’augurio che ci fa il Signore, è l’augurio che facciamo tutti noi: questa Casa sia sempre nel tempo un’oasi di speranza.
Don Carlo Rodolfi
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