Ottobre Mese dedicato a Santa Giuseppina Vannini

2 ottobre

Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.


La vocazione 

Un giorno, dal suo direttore spirituale P. Angelo Mondini, Giuditta ricevette un biglietto-invito per frequentare un corso di Esercizi spirituali presso le suore del Cenacolo a Roma. Predicatore dei medesimi era il Camilliano P. Luigi Tezza, che da circa 10 mesi era alla ricerca di una giovane disposta a diventare «pietra di angolo» di una nuova famiglia religiosa femminile da lui vagheggiata. Ciò avveniva nel dicembre del 1891. Durante gli Esercizi, la Vannini ebbe un primo incontro col Tezza. Questi le avanzò la proposta su accennata. La Vannini, sul momento, non rifiutò né accettò quello che le veniva proposto, ma chiese tempo per pregare e riflettere. Appena due giorni dopo, però, ritornò con la risposta affermativa, dicendo di riconoscere in quanto si stava verificando la volontà di Dio, che in modo impensato le veniva incontro. 

«Conosciuto il volere di Dio nella fondazione delle Figlie di S. Camillo», ella si dichiarò pronta a lavorare per l'opera che giudicava provenisse dal Signore. Il P. Luigi Tezza aveva 50 anni. Maturo per età e per senno, ricco di virtù e d'esperienza, di temperamento calmo e meditabondo, era, per natura, pronto ed intelligente. Era l'uomo dell'abnegazione e del sacrificio, dedito alla preghiera e fedele ella vita religiosa. In quel momento, occupava all'interno dell'Ordine Camilliano l'ufficio di primo Consulto re e Procuratore Generale. 

Giuditta Vannini, sotto la guida di un tale religioso diede così inizio, a 32 anni, insieme ad altre due signorine, Emmanuela Eliseo e Vittorina Panetta, alla nuova Congregazione delle Figlie di S. Camillo, con sede a Roma - Via Merulana n. 141. 

Il 2 febbraio 1892, nel cubiculum dove morì S. Camillo, nella Casa Generalizia dei Camilliani, attigua alla Chiesa della Maddalena - a Roma - il P. Giovanni Mattis, generale dell'Ordine, conferì lo scapolare e la crocetta rossa alle tre aspiranti. 


Il 19 marzo 1892, festa di san Giuseppe, Giuditta ricevette dalle mani del P. Tezza l'abito religioso contrassegnato dalla croce rossa: croce che lo stesso Padre si tolse dal suo mantello. In questa occasione, le fu dato il nome di suor Giuseppina. 

Nuova veste, nome nuovo! Una sua amica d'infanzia affermerà: «Ben le stava il nome di suor Giuseppina, perché, come san Giuseppe, passò nell'ombra e nel silenzio la sua vita». 

L'anno 1892 contrassegna la vita di suor Giuseppina con due avvenimenti di grazia che si ripercuotono profondamente nel suo cuore: la fine della penosa ricerca della vocazione e il raggiungimento del desiderato traguardo. Tutto, ormai, si è illuminato: sembra che, con la sua preghiera, ella «abbia vinto Dio», proprio come soleva dire Filippo Neri, quando andava a pregare. 

 continua...

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