Assunzione della Vergine Maria 1582 Prima Idea di Fondazione dei padri camilliani

Da padre Felice Ruffini, religioso camilliano


[...] È lo storico contemporaneo P. Sanzio Cicatelli, camilliano, che nella “vita manoscritta” ci informa della data della prima idea della fondazione: “Occorse questo a Camillo l’anno 1582. che fù l’undecimo del Pontificato di Gregori xiij. intorno alla Santissima Assuntione di Maria sempre Vergine d’Agosto... una sbozzatura dalla quale N.S. Iddio cavò la Religione...”.

L'incarico di "Maestro di Casa" lo metteva a contatto diretto con le diverse componenti di tutto l'ospedale, impegnandolo a conoscere e seguire quanto avveniva tra quelle mura. L'esperienza di inserviente, fatta prima della sua conversione, gli tornava utile per valutare i disservizi e la cattiveria di individui una volta suoi colleghi di salario, e di malefatte, ai danni dei poveri malcapitati malati.

L’opera di ricostruzione spirituale del suo intimo, Camillo l’aveva da tempo affidata a Santi e a qualificati Sacerdoti di famiglie religiose. Va richiamata l’attenzione sulla Congregazione Mariana del Collegio Romano, che egli già da tempo frequentava, e che offriva ai propri congregati un punto di meditazione e riflessione, che nel nostro caso riteniamo molto importante.

Nella chiesa del suddetto Collegio sull’altare centrale vi era un affresco dell’Annunciazione. A differenza degli altri, esso non si limitava a rappresentare la Vergine Maria e l’Angelo, ma li collocava in un suggestivo panorama, attorniati dalla SS.ma Trinità, e dall’insieme della creazione e dell’umanità. Una felice sintesi teologica visiva del mistero dell’Incarnazione: Gesù che iniziava la sua esistenza terrena nella divinità e nella umanità, e quest’ultima elevata alla soglia del divino.

Quante volte Camillo avrà meditato in preghiera dinanzi a questo dipinto! Quante volte lo avrà ripercorso con la mente lungo le corsie del S. Giacomo! Nessuno ne parla, è vero. Ma conoscendolo attento ricercatore di ogni mezzo e suggerimento che lo aiutassero a progredire più speditamente nella vita dello spirito, possiamo ritenere che tale motivo di meditazione lo accompagnasse in ogni momento.

La ricorrenza liturgica che celebra la glorificazione corporea di Maria - allora tema frequente di predicazione - rappresentava certamente un richiamo alla sacralità del corpo, e al rispetto della persona.

Per Camillo, impegnato ad esigere un trattamento umano dei suoi malati, anche con modi forti, la festività dell’Assunzione di Maria accentuava l’urgenza di una idonea soluzione.

E fu in questa differente valutazione del prossimo, vissuta allora come ricerca di ciò che piace a Dio, che andò maturando una idea che affiorò "una sera verso il tardi (che poteva essere un'hora di notte) nel mezzo dell'hospidale...". L'idea di "liberare essi infermi da mano di quei mercenarij et in cambio loro instituire una Compagnia d'huomini pij, e da bene, che non per mercede, ma volontariamente e per amor d'Iddio gli servissero con quella charità et amorevolezza che sogliono far le madri verso i lor proprij figliuoli infermi... intorno alla santissima Assuntione di Maria sempre Vergine d'Agosto", nell'anno 1582: così nacque la “Prima Idea di Fondazione” dei Ministri degli Infermi. 


Ne parla con alcuni amici che sono sulla stessa sua onda: «nstituire una Compagnia d'huomini pij e da bene, che non per mercede ma volontariamente e per amor d'Iddio gli servissero con quella charità et amorevolezza che sogliono far le madri verso i lor proprij figliuoli infermi»

Per la storia erano questi: «Bernardino Norcino della Matrice Guardarobba, Curtio Lodi Aquilano Dispensiero, Lodovico Aldobelli Untionario, Benegno semplice servente, et ultimo di tutti il P. Francesco Profeta Sciciliano di Randazzo alhora Cappellano di S. Giacomo.»


Lo accusano presso i "Priori dell'Ospedale" che vuole impadronirsi del comando e proprietà del Nosocomio Romano. Ordine immediato di finirla lì senza sentire ragioni ... Affranto s'addormenta e nel sogno «parve à lui di vedere il medesimo S.mo Crocifisso dell'Oratorio portato la sera in camera sua che movendo la sacratissima testa gli faceva animo consolandolo et confermandolo nel buon proposito d'instituir la Compagnia. Parendo a lui che gli dicesse: Non temer pusillanime cammina avanti ch'io t'aiuterò e sarò con teco, e cavarò gran frutto da questa prohibitione; e questo detto sparve la visione....»

Ma non era solo un "sogno"! Perché negli anni successivi, sveglio e in preghiera, avvenne questo, come scrive il biografo contemporaneo Sanzio Cicatelli: «Ma perché si poteva forse dubitare che la prima visione fattale dal santisssimo Crocifisso, fosse stato veramente te sogno, volse N.S. Iddio con un'altra fattale in veglia confirmar la prima, e consolar di nuovo il suo servo. Affirmando esso Padre nostro, che ritrovandosi un'altra volta in questo tempo nel mezzo d'un'altra grandissima tribulatione, per l'infinite difficoltà, che se gli paravano avanti nello spuntar fuori detto principio, ricorrendo esso all'oratione, et alla detta santissima Immagine, perseverando in quella con lagrime, e sospiri, vide che il medesimo santissimo Crocifisso, avendosi distaccate le mani dalla Croce, lo consolò, et animò, dicendoli: Di che t'affliggi ò pusillanime? seguita l'impresa, ch'io t'aiuterò, essendo questa opera mia, e non tua. Spiccò esso benigno Signore le mani dalla Croce, forse per accennargli, che non molto dopo gli l'avrebbe data come gloriosa insegna della sua nuova militia; et anco per fargli vedere, che teneva le mani più pronte, e più spedite, per aiutarlo in ogni suo bisogno, come poi fece....»


Avviso: per questioni di Privacy tutte le persone che prendono @notizie e/o @foto di questo blog, per pubblicare in altri siti, sono pregate di citarne la fonte. Grazie

Share

Commenti