La comunità Parrocchiale di San Pio X, Grottaferrata ha ricevuto domenica scorsa con grande gioia la grata presenza di sua Eminenza Cardinale João Braz de Aviz prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
A concelebrato la Santa Messa insieme a Mons. Orlando Raggi, parrocco di San Pio X e Don Giuseppe vicario parrocchiale, e altre sacerdoti arrivati specialmente per questa occasione.
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Benvenuto di Don Orlando |
A continuazione l'omelia durante la Santa Messa.
"Noi
abbiamo appena finito il Sinodo per la Nuova Evangelizzazione eravamo 250 padri
sinodali e anche varie persone che partecipavano con noi, siano dei religiosi
delle religiose anche dei laici, è stato un tempo di molto ascolto, ascoltare
40 vescovi al giorno una ricchezza molto importante di sentire questa Chiesa
arrivata di vari parti del mondo. Il Santo Padre ha stato con noi in molti
momenti, in silenzio molto profondo, mai ha parlato se non all’inizio e alla
fine, questo ci commuove tanto perché la presenza di Pietro è una figura che
accoglie quello che lo Spirito va facendo in ognuno di noi. La Chiesa si
confronta adesso chiaramente con un momento nuovo molto grave e grande, perche
siamo in un momento in cui dobbiamo chiaramente vedere se conviene domandarci
di fare felice le persone di tutte le culture o si è finito questo tempo in cui
noi possiamo basarci sul Vangelo o sulla presenza di Dio. La contraddizione può
essere che nei paesi dove il
cristianesimo è nato, dove è stato più sviluppato dai primi secoli si rigetta
il rapporto con Dio, si rigetta il valore universale, della coscienza umana e
si sceglie di essere felice al meno per il momento con quello che ci da quella
poca o molta felicità in quel momento; e così rileggiamo fortemente che i bisogni
di Dio sono quasi improbabile; abbiamo liberato completamente la parte sessuale
e affettiva, Dio non gestisce più ne anche il cuore, e abbiamo anche detto che
curare il bisogno del uomo è così importante che tutto il resto diventa
secondario. Come vivere questo mondo in cui le distanze, anche in tempo
cominciano a dare un altro significato per tutti i rapporti creati in un modo
nuovo? Come vivere questo mondo così? che posto ancora c’è per il Vangelo per la nostra fede cristiana?
Quello che facciamo fino adesso è sufficiente dovrà rimanere così o c’è
qualcosa di altro che dobbiamo cercare? e il Sinodo si ha preoccupati
giustamente di questo problema della trasmissione della fede perché ci sentiamo
quasi impotenti in questo compito così grande della nostra missione.
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C’è
un desiderio della Chiesa, di tornare adesso al Concilio Vaticano II cinquanta
anni dopo, e c’è la proposta del Santo Padre di riprendere l’esperienza della
Fede per approfondirla anche per noi cristiani, e quando il Papa ha fatto un
primo riassunto del Sinodo a detto a noi e al pubblico che la Nuova
Evangelizzazione dovrà curar prima di tutto una nuova conversione dei cristiani
e cui dobbiamo pensare che questi nuovi cristiani vano dal Papa a quello che si
considera l’ultimo dai cardinale, vescovi sacerdoti, diaconi, religiosi,
religiose, laici, tutti noi siamo chiamati a questa conversione e non tocca
solo il rapporto con Dio, importantissimo, ma l’altro punto in cui noi sentiamo
molta difficoltà oggi, che è il mondo dei rapporti, ci siamo persi non sappiamo
più come fare. Anche gli aiuti delle scienze umani che sono così belle la
psicologia o la sociologia non bastano più per rispondere a questa difficoltà a
questo desiderio che c’è nel cuore di ogni persona…allora come fare, come
andare avanti? perché c’è anche i rapporti umani da ricostruire.
La
esperienza personale di Dio non ha la dimensione dell’altro, sembra non valere
più, destinata a rimanere nascosta.
Oggi
sono contentissimo di venire qui nella Parrocchia San Pio X, dove la lettura
della Parola di Dio ci da il centro di quello che crediamo, ciò è la legge del
Deuteronomio ricordata agli israelita e chi
Gesù da nel Vangelo a questo maestro
della legge espressa che Dio ama sopra ogni cosa, sopra ogni persona,
sopra ogni situazione e deve occupare il primo posto al nostro cuore e nelle
nostre strutture. Noi sappiamo che non è così per tanti di noi e anche in tante
strutture delle nostre società. Cosa non va? Il Papa ricorda che non è
l’osservanza dei comandamenti, abbiamo quell’episodio del giovane ricco, lì
c’era un uomo perfetto che praticava
tutto dentro della legge, ma quando Gesù l’ha guardato con amore e lo ha chiamato, lui andato via triste
perché aveva molti beni; ciò è anche osservando tutto quello che è buono, può
darsi che il nostro cuore non sia in Dio. Lì c’è un problema per la
spiritualità, alcuni di noi vano avanti cercando di eliminare i suoi peccati, i
suoi difetti e si trovano sempre in
altre situazioni alle volte più difficile, queste persone sopravvivono ma hanno
come centro noi stessi e la vittoria alle volte accresce in noi un fondo
spirituale, sono capaci di virtù; e la esperienza di Dio non è questa, la
esperienza di Dio è un segnarsi nelle mani di Dio però uno deve sentire nel tuo
cuore che Dio ti chiama, non basta più per esempio la trasmissione che abbiamo
ricevuto dei nostri padri, e questo è une delle grosse difficoltà per noi,
perché l’uomo non è più capace di trasmettere ai giovani quello che noi
crediamo e non basta crearsi una
teologia (dice Benedetto XVI) con la quale noi troviamo la interpretazione
della Parola di Dio, secondo la misura della nostra mente. Penso che la
esperienza primordiale è scoprire che Dio ci ama, io non saprei come vivere il
mio sacerdozio, il mio ministero, la mia vita di cristiano se non fosse per
questa certezza che Dio mi ama immensamente e posso vedere durante la mia vita
come delle luci forti dove c’è un segno dell’amore di Dio, per me alcuni molto
grandi; e dopo questa certezza si fa ritornare in noi il desiderio di amare Dio e siamo come degli
adolescenti e ci innamoriamo noi vediamo più difficoltà delle cose perché vogliamo
trovare il Signore; e questa cosa è
molto semplice non è complicata pero bisogna ci sia una certezza allora la
scoperta di Dio è amore, e se io voglio
provare cosa è l’amore bisogna che io trovi Dio se non all’amore dell’uomo
mancherà sempre di una dimensione che dopo li mancherà nel cuore, li farà male,
li farà infelice. C’è una seconda verità, e questa per noi è più grave, che non
si trova l’amore di Dio se non si trova l’amore nel prossimo, nell’altro come
amore di Dio, lo stesso amore che esiste in Dio deve esistere in me nel
rapporto con l’altro. Essere capace di amare con il cuore di Dio, amore vero è
una conseguenza di questo rapporto con Dio e qui è il punto dove siamo
veramente in crisi i rapporti umani, chi è l’altro per me? quello che io posso
vincere con le mie idee? quello che posso ingannare per guadagnare gli altri? quello che metto sotto i
miei piedi per servirmi? Se troviamo il rapporto con Dio nell’amore, sappiamo
che l’altro è quello che mi da la possibilità di generare Dio in mezzo agli
uomini e per questo si ha bisogno di al meno due, perché da soli non ci
riusciamo. La vita cristiana non poteva
essere solo solitudine, perché (San Basilio) si domandava: dove può un eremita
provare la sua umiltà se non ha nessuno vicino a sé, come può trovare su
spirito di servizio se ha vicino a se solo i suoi piedi e non i piedi degli
altri per lavare? E qui troviamo la sintesi di Benedetto dei monasteri, vita da
solo nella cella, ma anche vivendo insieme nella comunità. Così nelle nostre comunità dove ognuno ha una
faccia, dove ognuno può essere amato com’ è, ma non solo quelli della comunità,
anche delle altre chiese delle altre religione e anche e le persone di buona
volontà che non hanno nel suo cuore la grazia della fede e che non dobbiamo
rifiutare, dobbiamo amare; questo nuovo modo di essere, sembra l’unico modo
adesso per portare avanti la nostra esperienza cristiana autentica. Bisogna
ritornare ad alcuni documenti del Concilio, quando si è detto che la Chiesa è
popolo di Dio è questo non vuol dire che uno è più grande dell’altro alle volte
penso che come io cardinale sono più grande degli altri per l’anello e le
veste, ma sarà questo che mi fa cardinale? o
è qualcosa di altro perché sono fratello di tutto un popolo che ha
Cristo come centro e che noi siamo fratelli davvero. Pero per questo
bisognerebbe che noi potessimo riacquistare alcune cose, questa differenza tra
i laici e i religiosi c’è però non è una differenza di dignità che è la stessa
ricevuta nel battessimo, non siamo migliori di loro siamo servitori una cosa
speciale di cui la Chiesa ha bisogno, pero noi stessi dobbiamo vivere il
Vangelo perché possiamo essere sacerdoti e dunque servire la Chiesa. C’è
qualcosa che deve cambiare, non possiamo più andare avanti così e questo anche possiamo dire al mondo della
politica, della economia, quanto possiamo aiutare con uno Spirito nuovo, non più per il
possesso dei primi posti, questa insistenza del Vangelo della vita fraterna,
non perdiamo la novità delle relazione fraterne, ma abbiamo paura.
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Dopo la Santa Messa ha risposto alle domande dell'assemblea |
Rivedere
il modo di essere cristiani tornare alle fonti, non avere paura di questi cambi
perché la Chiesa più diventa visibili, più diventa bella, potrei raccontare
tante esperienze che ho imparato cui a Grottaferrata che oggi sono per me
cardine della mia vita che io non abbandonerò mai, perché segno per me, una luce che continua ad illuminarmi.
Dobbiamo sommare tutti le nostre esperienze non essere soli, aiutarci con un
cuore sincero, ritornare allo sguardo sincero, per noi è difficile guardare
agli occhi delle persone è difficile far coincidere il mondo esteriore con il
mondo interiore questo fa male, dobbiamo camminare insieme. Il Signore ci
aiuti. Amen"
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Il Vescovo della Diocesi Mons. Rafaello Martinelli saluta il Cardinale |
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Superiore Generale delle Scuole della Famiglia Lasalliana |
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Il Sig.re Sindaco di Grottaferrata Gabriele Mori |
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Piero, Rita e Elisabetta une delle tante famiglie e amici che l'hanno salutato |
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Don Orlando, Piero e Pierluigi (ministranti) |
Ringraziamo a Sua Eminenza per la sua presenza e le sue parole!
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Il Presidente del CVC Roberto, Marinela, Don Salvatore (della Sicilia), Francesca e Luca |
Servizio Fotografico: FSC e Marinela della Sicilia (membro del CVC)
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