16 ottobre 1994 - 2014
Ricordiamo Venti anni della Beatificazione della nostra amata Madre!Ringraziamo il Signore e a San Giovanni Paolo II, per questo dono immenso, chiediamo loro intercedano per la sua pronta canonizzazione.
«Benedite il Signore, o figlie del mio cuore lodate e glorificate il suo nome, che è santo sopra tutti. Grande è Iddio, e immensa la sua misericordia: esaltate in Lui e beneditelo in eterno. Molte e mirabili sono le cose ch’egli operò in mezzo a noi: potente si dimostrò la sua mano, profondo il suo consiglio.
Egli
disprezzò i forti, lasciò confusi i sapienti: ed ai semplici e miseri volse
benigno il suo sguardo. Scelse i
deboli a strumento di sua gloria: e nelle tenebre fa’ risplendere la sua luce.
Aveva
detto: “ Si trasfonda nelle donne lo spirito del mio servo Camillo, servano
gl’infermi: edificano il prossimo” e la parola dell’Altissimo non poteva cadere
nel vuoto.
Un
profondo disprezzo per le vane cose mise iddio nel mio spirito: fin da bambina
mi attirò con le dolcezze dell’amore suo santo.
Savi
genitori e sante educatrici pose Egli al mio fianco: immacolato custodì il mio
corpo, la mia mente e il mio cuore.
Essere docile strumento nelle mani dell’Onnipotente:
conoscere il suo volere e perfettamente adempirlo.
Dedicarmi
al suo servizio e deliziarmi nella pietà: far del bene in gran copia e spingere
anime a Lui. Furono queste sempre le attrattive del mio cuore: l’oggetto delle
preghiere, le ansietà dello spirito.
Ma
scorrevano gli anni, né luce facevasi nel mio interno, l’incertezza e l’ignoto
possedevano l’anima mia.
Io doveva
esser di Dio e non sapeva in qual modo legarmi a Lui e ignorava con quai lacci.
Doveva servirlo in religione ed abitar nella sua casa: ma qual fosse la casa da
Lui scelta non appariva al mio sguardo. Esitazione e varie prove, consigli e
dubbi si alternavano in quei giorni: l’amarezza e l’avvilimento tentaron
possedere il mio spirito.
Ma ebbi
fiducia nel Signore, che è buono: si nasconde a tempo e moltiplica la sua luce.
Ebbi fiducia nel Signore, e non restai delusa; in eterno benedirò il mio Dio,
che è mirabile nelle sue vie. Nuovo
Cenacolo mi raccolse per udir la voce dello Spirito: Dio mi ci condusse, Egli
aveva scelto il suo tempo.
Un figlio
di Camillo pose a luce del sentiero: per lui schiari i miei passi, e mi
dimostrò i suoi voleri. Sia benedetto quel giorno in perpetuo dagli Angeli di
Dio, lo esaltino gli uomini, lo incidano nel bronzo.
E voi, o
figlie, date lodi al Signore che è buono, grazie a Lui rendete tutti gl’istanti
di vostra vita. Fui allora che ebbi vita il suo eterno disegno la sua parola si
adempì, il suo volere fu fatto.
Camillo
tornava di aver le sue figlie, il suo spirito si rinnovava e la carità di
Cristo produceva nuovi frutti. Luce si fece alla mia mente, trovò requie il mio
spirito il mio cuore fu pago, l’anima mia esulto nel Signore.
Misteriosa
forza entrò in me, e mi rese a tutto disposta io aveva trovata la mia vita e
con tutto l’ardore mi posi per quella.
Meschini
furono i principi come piccolo il grano di senapa: stenti e privazioni erano il
cibo di quei giorni ma tutto vince l’amore di Cristo: la fatica è riposo: la
croce è sollievo per chi ama.
Un
medesimo ardore infiammava i cuori di quelle che inviò a me il Signore: Dio era
tutto, il mondo nulla per esse. Volevano esser sante, e servire Gesù
negl’infermi: umiliarsi e piangere nella compunzione del cuore.
Vegliare
amorose presso il letto del dolore era delizia per esse: confortare il
languente e piacere a Dio, tutta l’ambita mercede.
Cuore
materno mi dié per loro la bontà del Signore: amai e nutrii le figlie che lo
Spirito di Dio aveva a me procurate. Io era ad esse guida e sprone e custode
vigilante m’infermai con le inferme, e balbettai con le infanti.
Vinsi per
esse la debolezza del sesso, il languor delle membra; l’abbattimento dello
spirito: lottai e piansi, stancai me stessa e pregai.
Ed il
Signore rimosse ogni ostacolo, e vinse le difficoltà: confermò i cuori deboli e
attrasse altre a seguirmi. Era nella città santa che aveva suscitato il gregge novello:
nella città ove Camillo aveva scelto i suoi figli, ove riposavan le sue ossa.
Ma ben
presto altre città vollero aver le figlie del suo amore: Italia e Belgio,
Argentina e Plata videro le fanciulle dalla croce sul cuore.
I Pastori
delle Chiese approvarono lo spirito, di che si mostravano animate, i fedeli
benedissero le loro carità, gl’increduli ne ammirarono il sacrificio.
Molte il
Signore in giovane età trovò mature per il cielo: le chiamò a sé perché fossero
felici in eterno.
Grande era
lo schianto del mio cuore nel separarmi da esse ma grande consolazione nel
rinviarle allo sposo. Dolce fu la loro morte come chi si addormenta sul letto
del riposo volarono in seno a Dio, intercedono per noi.
E Gesù
inviava altre figlie ad occupare il loro posto ed il numero delle anime amanti
si moltiplicava ogni giorno più.
Grazie copiose
ha effuso Dio nel cuore di tutte loro. E la gioia e il fervore son dipinte sul
volto di ciascuna. Esse amano Dio, amano il suo
santo servizio a tutto son pronte per piacere allo Sposo celeste.
Semplicità
e umiltà formarono il loro più caro ornamento: carità e modestia le
accompagnano in ogni via.
Dio s’è
compiaciuto in esse, le ha benedette dall’alto, esaltate tutte il suo nome dall’intimo
del cuore.
Grande è
il Signore e potente e di sapienza senza limiti, ma la sua bontà e misericordia
sopra tutte l’opere sue.
Glorificate
dunque, o figlie, in eterno il suo amore: sia tutta la vostra vita un cantico
di gratitudine. Lieve tutto vi sia per corrispondere a tanta predilezione: il
sacrificio e l’umiliazione sia per Lui cibo appetibile al vostro cuore.
Buono è
il Signore e generoso con chi l’ama, in eterno canteremo le misericordie di
Lui.
Casa
Madre, 7 luglio 1909»
In A.F.S.C., 1 A 304
NB post pubblicato il 16 ottobre 2014. Modificato 23 febbraio 2025
Commenti
Posta un commento