Omelia del nostro cappellano padre Luca Zongo camilliano
Carissime, il brano del Vangelo odierno, ci indica che Gesù ha molto ha cuore la coerenza fra la vita e la fede: non riesce ad immaginare come un discepolo suo riesca a rivolgersi a Dio in un modo, a pregarlo, senza convertire nello stesso temo la propria vita. Certo: poi magari ci vuole del tempo e molta pazienza, ma fare il contrario di quello che si dice e si prega non rientra nelle possibilità del Signore.
Purtroppo anche noi consacrati commettiamo lo stesso errore: creando una profonda distonia fra le nostre parole e la nostra vita. La fede, intendiamoci, non si riduce ad un generico buonismo ma se non produce l'effetto di una vita orientata alle parole che pronunciamo, è solo vuota retorica religiosa.
Carissime, credo che la vostra Beata Madre Fondatrice avesse capito e vissuto questa coerenza di vita. Infatti, la giovane Giuditta ha preso sul serio l'invito di Cristo a prendersi cura del malato, del carcerato, dell'affamato, dell'assetato e ci ha lasciato una grandissima testimonianza. Carissime, sul suo esempio, non solo dobbiamo riconoscere Gesù per essere salvi, ma dobbiamo riconoscerlo nella nostra comunità, nella nostra sorella che sta accanto a noi, nei sofferenti, nei poveri che ci passano accanto invocando l'amore prima dell'elemosina.
Beata Giuseppina Vannini, ottienici dall'Eterno Padre l'Amore che colma e consola, l'Amore che crede e perdona, l'Amore che intuisce e capisce. L'Amore che è verità e pace.
Beata Giuseppina Vannini, prega per ognuno di noi perchè nell'ultimo giorno del nostro pellegrinaggio terreno ci troviamo pronti, in tal modo che possiamo sentirci dire dal Maestro e Giudice della Storia: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo"
Sia lodato Gesù Cristo!
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