Meditazione Novena di Natale Prima Meditazione: IL SILENZIO

Sorelle carissime,
“è bene aspettare in silenzio la venuta del Signore”

“Entriamo sempre di più nel mistero dell’umiltà di Dio che si fa uomo, dell’umiltà del Verbo che si fa silenzio. Di quale silenzio dobbiamo dunque impregnarci sempre di più? Del silenzio dell’essere, prima di tutto, e questo silenzio è umiltà. L’essere deve diventare umile fino a non parlare – né piano, né forte - di sé. È questo il silenzio che mette nella condizione di poter cogliere il silenzio di Dio, il vero messaggio della Parola.” (A. M. Cànopi)

Silenzio significa umiltà e gratitudine. Consapevolezza della propria piccolezza e stupore nello scoprirsi amati con predilezione da Dio. Realtà costitutiva dell’uomo, il silenzio è un dono che Dio ha immesso nell’uomo e nel cosmo come traccia della sua stessa presenza. Non è quindi un assenza, ma la manifestazione di una presenza, la più intensa di tutte le presenze. Il discredito portato sul silenzio dalla società moderna, scrive il Prefetto per il Culto divino, «è sintomo di una malattia grave e inquietante». Il rumore per l’uomo postmoderno «è come una droga di cui è divenuto dipendente. Con la sua apparenza di festa, il rumore è un tourbillon che impedisce di guardarsi in faccia. L’agitazione diviene un tranquillante, un sedativo, una morfina, un sogno senza consistenza. Ma questo rumore è un farmaco pericoloso e illusorio, una menzogna diabolico. «È meglio rimanere in silenzio ed essere, che dire e non essere. È bello insegnare se si fa ciò che si dice. Uno solo è il Maestro che ha detto e ha fatto, e ciò che ha fatto rimanendo in silenzio è degno del Padre. Chi possiede veramente la parola di Gesù può percepire anche il suo silenzio, così da essere perfetto, così da operare tramite la sua parola ed essere conosciuto per mezzo del suo rimanere in silenzio» (15, 1s.). (Sant’Ignazio d’Antocchia) 

Sorelle carissime, è bene aspettare il signore in silenzio! A Natale, il Verbo si fa carne e lo contempliamo bambino: “infans”, in latino; letteralmente, significa “che non parla”. La Parola non sa parlare. Il silenzio di Dio invita alla contemplazione, all’ammirazione, all’adorazione. Natale è preferire la voce silenziosa di Dio ai frastuoni del consumismo. Se sapremo stare in silenzio davanti al presepe, Natale sarà anche per noi una sorpresa, non una cosa già vista. Stare in silenzio davanti al presepe: questo è l’invito, per Natale. Natale è la rivincita dell’umiltà sull’arroganza, della semplicità sull’abbondanza, del silenzio sul baccano, della preghiera sul “mio tempo”, di Dio sul mio io. (Cf. Papa Francesco) 


Signore, mentre attendiamo la tua venuta, oggi vogliamo accoglier il dono del Silenzio
perché possa diventare, nei giorni di preparazione al Natale,
lo spazio per contemplare il mistero della tua nascita.
Amen


P. Modesto Ouedraogo camilliano, cappellano casa generalizia Grottaferrata.




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