Meditazione Novena di Natale Quarta Meditazione: INCREDULITÀ

«Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio 
e mia moglie è avanti negli anni».
(Lc 1, 5ss)

“Riconoscete dunque che il Signore vostro Dio è Dio, 
il Dio fedele, che mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, 
con coloro che l’amano e osservano i suoi comandamenti”
(Dt 7,9)

      Sorelle carissime, è spesso classico meditare sulla fede, il dono della fede, la l’importanza della nostra fede. Tanti scritti e documenti del magistero, come Lumen Fidei del 2013, ma nel nostro cammino verso Natale, in questo quarto passo, ho scelto di meditare con voi sull’incredulità! 

      L’incredulo non si appoggia a Dio, né vuole vedere e riconoscere le meraviglie che Dio ha operato nella storia e nella sua vita, ma con un atteggiamento caparbio e ribelle si appoggia su se stesso e non crede che Dio può liberarlo dai pericoli e soddisfare i suoi bisogni.
      Battezzati, consacrati, credenti quindi, perché soffermarci sull’incredulità? È vero si dice oggi che è una malattia diffusa, il cancro della società odierna che rigetta Dio per accettare altre cose. Ma a noi cosa ci interessa? Lasciamoci interrogare dalla figura di Zaccaria! Sacerdote anziano che ufficiava continuamente nel tempio, che prega da più tempo per avere un figlio. Un uomo giusto, che crede in Dio. Eppure all’annuncio dell’Angelo Gabriele… emette dubbio, anzi non ci crede! Ci viene spontanea fare un paragone con Maria, giovane ragazza che non ha mai chiesto di avere un figlio, viene raggiunta dall’angelo a casa… fa delle domande, ma non dubita.

      Zaccaria era uomo di preghiera, ma quando questa è esaudita, non ci crede. La sua era la preghiera del rito, che non incide nella vita, perché fatta con le labbra: La sua incredulità riflette quella di tutto il sacerdozio che rappresenta: il suo rapporto con Dio è formale e abitudinario.
      Zaccaria mette in dubbio lo stesso Dio, Maria invece mette in dubbio unicamente sé stessa. Lei non tocca, con la sua risposta, Dio; lei tocca la sua persona e le decisioni che lei ha preso su sé stessa. L’angelo punisce Zaccaria perché egli dubita della potenza Creatrice di Dio, il quale è padrone e creatore della materia. Zaccaria pone come elemento di dubbio la sua condizione materiale. Maria invece si interroga sulla la sua condizione spirituale.

      Confessiamolo, siamo increduli anche noi. Ci nascondiamo consapevolmente o non consapevolmente dietro un abito, delle regole, dei riti, delle formule, e per molti anni senza mai avere la fede ma profondamente convinti della nostra fede: crediamo di credere! Forse dovremmo cambiare la formula di preghiera! Invece di chiedere al Signore di aumentare la nostra fede, sarebbe più utile chiedere la grazia di avere una fede autentica. Ricordati cara sorella che quando hai trovato una fede facile, hai perso la fede! Facciamo ma non siamo. Esteriorità solenne, interiorità deserta e brutta. Labbra fedele, cuore indurito e infedele.


      Sorella carissima, il Signore che viene, porta salvezza, gioia e pace. Ci credi? Durante questo giorno, mettiti qualche parte della casa, nasconditi pure, ma fatti qualche domanda seria! 
Credi alla presenza e alla potenza di Dio nella storia, nella tua vita, nel mondo? Credi che Dio ti ascolta e ti ama? Credi alla Vita religiosa? Credi alla vita comunitaria? Credi alla Chiesa? Credi alla tua superiora? Oppure ti accontenti? O addirittura ci pensi quando ti serve? Credi alle persone oppure non ti fidi di nessuno? Dio crede nell’uomo e chi non crede negli altri, difficilmente crede in Dio. Chi crede è fedele, chi crede rispetta, chi crede è vero! Credi in te stessa? Alla tua vita? Alla tua chiamata? Credi nella vocazione di ciascuna delle tue sorelle? Oppure ti senti l’unica degna e le altre ci stanno per sbaglio di discernimento o per compiacimento dei superiori? 
Puoi continuare l’elenco… sappi solo che è più facile scegliere la fede rassicurante che porte all’incredulità perché esige delle prove a Dio, pretende di conoscere in partenza la strada. o una fede falsa, che di amare e accettare la fede come rischio che si preoccupa di non perdere mai i contatti col compagno di viaggio. 

      “Dobbiamo sforzarci di aprire il cuore e la mente, per accogliere la realtà divina che ci viene incontro. Si tratta di avere fede: la mancanza di fede è un ostacolo alla grazia di Dio. Molti battezzati vivono come se Cristo non esistesse: si ripetono i gesti e i segni della fede, ma ad essi non corrisponde una reale adesione alla persona di Gesù e al suo Vangelo”.(Papa Francesco)

P. Modesto Ouedraogo camilliano, cappellano casa generalizia Grottaferrata



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