Abusi di autorità nella chiesa Problemi e sfide della vita religiosa femminile

Un tema per lo più inesplorato

p. Giovanni Cucci
Quaderno 4083-4084 pag. 218 - 226 Anno 2020 Volume III 1 Agosto 2020

La Chiesa si è a più riprese occupata del tema degli abusi, anche in tempi recenti, sia a livello di riflessione che di provvedimenti e protocolli operativi[1]. Tuttavia la rilevanza del tema ha riguardato per lo più gli abusi sessuali e psicologici nei confronti di minori da parte di ministri della Chiesa, soprattutto presbiteri. Si tratta di aspetti indubbiamente preponderanti, ma non certamente esaustivi.

Un tema che non ha avuto finora sufficiente attenzione è l’abuso all’interno delle Congregazioni femminili. Esso non assume per lo più la forma della violenza sessuale e non riguarda minori; tuttavia non per questo risulta essere meno importante e gravido di conseguenze rilevanti. Dall’esperienza pastorale e dai colloqui avuti in proposito si tratta per lo più di abusi di potere e di coscienza.



Il fascino del potere nelle Congregazioni femminili

Il vento di rinnovamento suscitato dal Concilio Vaticano II e dal magistero successivo non è stato vissuto allo stesso modo nelle varie Congregazioni religiose. Alcune hanno dato vita a una difficile, ma efficace opera di aggiornamento e di riforma; altre, invece, non sono riuscite in tale scopo, o per mancanza di forze, o perché convinte che le consuetudini sinora praticate potessero costituire ancora la modalità ideale di governo. La storia insegna purtroppo che senza una tale fatica di confronto e ricerca di strade nuove si rischia di smarrire la freschezza del carisma, avviando un lento ma inarrestabile declino.

Va anche aggiunto che le dinamiche della vita religiosa femminile risultano essere molto diverse da quella maschile sotto vari aspetti. Gli studi e le molte possibilità pastorali di chi ha ricevuto gli Ordini permettono ai religiosi maschi di vivere con maggiore apertura e autonomia anche la vita fraterna e i voti religiosi.

Inoltre, la risposta vocazionale e l’entusiasmo che una giovane percepisce agli inizi del suo cammino non sempre consentono di valutare in maniera accurata la differenza fra i vari Istituti religiosi; la spinta in avanti e una certa incoscienza tipica di chi è all’inizio del cammino a volte si saldano tristemente con l’abilità di alcune superiore, capaci di individuare anime generose, ma anche vulnerabili alle manipolazioni. Lentamente la fedeltà al carisma diventa fedeltà nei confronti dei gusti e delle preferenze di una particolare persona, che decide arbitrariamente chi possa o no usufruire delle possibilità formative o di studio, considerate una forma di premio assegnato alle più fedeli e docili, a scapito invece di chi esprime un pensiero differente. Da qui forme di ricatto per conseguire una gestione del potere senza limiti.





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