14 settembre
continua di ieri pag. 53-54
Verso i superiori
Intendiamo ora considerare la carità vocazionale del P. Tezza, una carità modulata dagli obblighi che ciascuna relazione comporta, ossia valutazione e giudizi secondo la sua scelta vocazionale, nel contesto in cui è chiamato a vivere.
Per P. Luigi il modo di aderire alla chiamata di Dio e realizzare così la sua vocazione religiosa è impegnarsi a corrispondere nella vita, alla carità di Dio in Cristo: «Non voglio avere volontà che per rinunciarvi per amore del Signore e a qualunque costo». Per questo, abbandonato totalmente all'adorabile volontà di Dio, la seppe riconoscere con fede viva nelle disposizioni dei superiori.
Al suo occhio illuminato, scompariva l'uomo, come persona, e l'autorità appariva il riflesso del potere divino. Solo così si comprende il coraggio delle sue forti espressioni e della verità del suo atto d'amore e si delinea la sua figura di religioso; «faccia di me quello che lei vuole, sono e sarò sempre suo e in tutto nel Signore, riconoscendo sempre in tutto e per tutto ciecamente le disposizioni di Dio in quelle dei suoi rappresentanti sulla terra».
La carità secondo P.Tezza deve essere fatta nella verità della scelta fondamentale. E' in vista di ciò che quando si aprì la possibilità di una missione in Africa, egli seppe agire con grande discernimento.
Infatti, sebbene serbasse in cuore da dieci anni il desiderio di portare il carisma camilliano in quella terra, aveva sempre l'intenzione di «conservare lo spirito del proprio istituto, e in quanto si possa conciliare col nuovo ministero anche l'osservanza delle regole e consuetudini», 110 dicendo: «non voglio muovere un passo fuori della volontà di Dio».
Così è stato perché, nonostante la sua ansia apostolica e la possibilità di partire, egli non partirà; tutto era pronto, ma non c'era il consenso e la benedizione dei superiori dell'Ordine. La sua carità vocazionale ha agito come criterio di discernimento.
continua....
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