24 settembre
8° giorno della Novena in preparazione alla Festa del Beato
Ogni giorno pubblicheremmo parte della Tesi di Magistero in Scienze Religiose indirizzo catechetico La virtù della carità in Padre Luigi Tezza di Suor Haida Echevarria Schmidt.
continua di ieri pag. 66-67
Da questo progetto emergono due punti di fondamentale importanza: a) una formazione globale: religiosa, studi teologici, crescita spirituale e preparazione tecnica per il mondo della salute; b) l'apertura alla collaborazione con i laici, trasmettendo la spiritualità camilliana per poter giungere a rispondere alle richieste del malato nella totalità e globalità del suo essere. Il fedele cristiano laico, infatti, operante nella sanità deve avere alla base una seria preparazione professionale, etica e morale (Cf. VS 1).
L'obbiettivo che p. Tezza si prefigge con questa nuova fondazione è quello di offrire
un'assistenza integrale dell'ammalato con attenzione a tutte le dimensioni della persona: fisica, psicologica, sociale, spirituale e trascendente, recuperando la dignità della persona umana, ed attuare così un efficace processo di umanizzazione del mondo della salute. Ecco allora che la via per raggiungere un tale scopo dipende molto dalla competenza degli operatori sanitari, sia religiosi che laici. È la comunità ecclesiale che deve proporsi come esempio alla società; comunità sanante che nel malato vede il suo «Signore e padrone», che serve con amore e competenza.
L'impegno nella pastorale della salute è missione della comunità cristiana che scaturisce dal suo essere «sacramento universale di salvezza» (LG 48), cioè punto di relazione e d'incontro tra Cristo e gli uomini, creando in essi il nuovo popolo, segno più facilmente leggibile della propria identità.
L'arte sanitaria ha quindi una sua religiosità che va sempre più evidenziata: anche la medicina è un riflesso dell' amore e dell' azione di Cristo, il quale affida all'operosità dell'uomo e alla validità delle sue conoscenze il compito di proseguire la sua opera risanatrice.
Questo è il principio che ha guidato l'azione della Chiesa lungo i secoli, e che Padre Tezza intende riproporre con modi nuovi, per quel tempo, per venire incontro alle nuove situazioni, alle nuove violenze e apprensioni di cui era oggetto la persona del malato.
Se l'arte sanitaria ha una sua religiosità tanto più il luogo di cura diventa come un tempio prezioso della sofferenza. Così l'intendeva anche padre Tezza che considerava «L'ospedale mio vero paradiso in terra», dove si trova «il profumo della carità». In questa frase, il Tezza esprime quanto sentisse forte il valore del suo carisma di Ministro degli Infermi. Per lui l'ospedale è il paradiso in terra in quanto luogo dove poter mediare la presenza del Dio misericordioso.
Gli ospedali di per sé sono luoghi di dolore e di paura, dove maggiormente si tocca con mano la sofferenza della vita umana; luoghi dei grandi interrogativi, del "perché" del dolore, che si ripropongono incessantemente, un dolore fatto anche di delusione, abbattimento, disperazione. Riuscire a dare una risposta a questi interrogativi, che l'uomo pone a se stesso e a Dio (Cf. SD 9) non è facile; si può dare solo attraverso una graduale assimilazione dei dati della rivelazione che ci invita a rimetterei a Dio, e ad affidarci al suo mistero di amore.
Il termine ''paradiso'' per indicare l'ospedale è denso di significato. Paradiso, secondo la dottrina cattolica, indica la dimora di Dio, degli angeli, dell'eterno beato soggiorno promesso alle anime giuste dopo la morte, con la visione beatifica di Dio. Nella tradizione biblica la parola indica la familiarità con Dio goduta dall'uomo prima del peccato.
La Chiesa ribadisce che la salvezza consiste nella perfetta comunione con Dio. Il credente sa che «per chi ha accolto il Signore, la parabola discendente della vita non può più essere vissuta come una parabola di morte ma di vita nuova, di grazia e di resurrezione».
continua...
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