Ottobre Mese dedicato a Santa Giuseppina Vannini

18 ottobre

Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990. 


Un giorno confesserà a Suor Camilla Moggio: «Conosciuto il volere di Dio nella fondazione delle Figlie di San Camillo, non ebi altro pensiero contrario, e seguii man mano l'opera del Signore senza che del mio fosse la più piccola parte ... ed era ben lungi dal credermi atta a tal uopo». 

Era dunque all'oscuro di quanto le sarebbe accaduto; l'unica cosa chiara era la meta. Aveva avuto modo di conoscere una famiglia religiosa, per una lunga esperienza interiore non del tutto felice, le Figlie della Carità; ignorava però come giungere a realizzarne un'altra. 

Attuare il desiderio di appartenere a una famiglia religiosa fondandone una nuova, significava per lei calarsi in una realtà di cui non aveva la minima esperienza. 

L'opera si andrà rivelando alla fondatrice giorno per giorno, in circostanze, che solo a distanza di tempo, potranno essere comprese come una unità che contiene il progetto di Dio. Solo Lui infatti è il disegnatore che conosce a fondo il progetto, sceglie l'anima, la prepara, e, se essa collabora, quando giunge il momento opportuno, l'invita, direttamente o indirettamente, a operare. L'anima che liberamente accetta, senza che lo sappia, viene condotta quindi dove neppure immaginava, guidata sì, ma come nel buio. 

Il Signore prese per mano Giuditta e la guidò verso quello che un giorno, in sintesi, le aveva proposto P. Tezza. Come sempre avviene nell'economia divina, l'azione di Dio non si limitò al primo momento in cui egli le fece intuire il suo piano, ma continuò a manifestarsi gradualmente in molti modi. 

Dice il P. Natale Barbagli, della Missione di S. Vincenzo de' Paoli: «Appena il P. Tezza manifestò a Madre Vannini il piano della nuova fondazione, essa comunicò tutto a noi, aderì senza indugio, dopo aver sentito che S. Vincenzo era d'accordo con S. Camillo e che l'uno e l'altro l'avrebbero protetta». 

Era necessario questo ulteriore intervento della grazia per confermarle che era nella volontà di Dio e per farle accettare l'opera che il Tezza le proponeva. 

A queste grazie che accompagnarono la prima chiamata se ne aggiunsero gradualmente altre. 

Consapevole che l'Istituto non le apparteneva, essendo opera di Dio, in un momento di prova nel 1907, scriveva: «In una notte mi sembrò proprio che il Signore volesse chiuderei tutte le vie e non volesse saperne di noi. Il ripetere spesso: In te Domine speravi mi era di conforto e anche il riflettere che non fui io che pretesi di fondare, ma seguii in tutto le vie che il Signore veniva aprendo e la certezza d'aver seguita la volontà divina e non prevenuta, mi ridava animo». 

Così, in altri modi, il Signore continuava a farsi presente nella sua vita, per confermarle che la via intrapresa non era frutto di una sua scelta né tantomeno un'illusione, bensì un'iniziativa divina.

continua....


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