2 febbraio 1892 Nascita ufficiale della Congregazione delle Figlie di San Camillo

Il 2 febbraio 1892 nasceva ufficialmente la Congregazione delle Figlie di San Camillo con la cerimonia dell’affiliazione all’Ordine Camilliano delle aspiranti: Giuditta Vannini, Emanuela Eliseo, Vittorina Panetta. La notizia è data dal Servo di Dio all’inizio della Cronaca, scritta di proprio pugno, e con  più ricchezza di particolari nel documento Memoires: «Istruite sullo spirito della Congregazione e sull’osservanza delle Regole per alcune conferenze speciali del P. Tezza e animate dal più ardente desiderio di consacrarsi al servizio di N.S. colle opere proprie del nostro Istituto le tre giovani, la mattina del 2 Febbraio 1892, si trovarono riunite per tempo nella camera del N.S.P. Camillo alla Maddalena per la loro ammissione».

Il Padre Giovanni Mattis, Superiore generale dell’Ordine desiderò compiere egli stesso la cerimonia. Conferì lo Scapolare e la Croce rossa di S. Camillo, insieme al Diploma di affiliazione, alle tre aspiranti, indirizzando loro una paterna allocuzione di circostanza augurandosi di vederle «presto moltiplicare di tre a trenta, di trenta a trecento». Celebrò in seguito la S. Messa e le tre aspiranti dopo aver pregato all’altare dove riposa il corpo di S. Camillo, fecero ritorno alla loro abitazione.

La prima comunità fondata dal Servo di Dio era costituita da tre aspiranti religiose: Giuditta Vannini, Vittorina Panetta ed Emanuela Eliseo. La vita si svolge nella semplicità: ogni mattina il gruppo si reca nella vicina basilica di san Giovanni in Laterano per partecipare alla Santa Messa. Durante il giorno, in attesa di vestire l’abito religioso apprendevano dal fondatore la sostanza e la forma della vita che andavano ad abbracciare. Base di quelle istruzioni era il testo delle Regole e Costituzioni dei Chierici Regolari dei Ministri degli Infermi, emanato nel 1848, nel generalato del p. Luigi Togni. 

Il Tezza compilava un ordo diurnus per la comunità: alle 4,30 sveglia, alle 5 preghiere, meditazione, alle 6,30 santa Messa, alle 8,30 lavoro, alle 11 visita al SS.mo Sacramento ed esame particolare; alle11.30 mensa, alle 13 ricreazione, alle 14 preghiera del Rosario, lezione spirituale, occupazioni, alle 15 orazione, alle 17,30 preghiere, alle 18,30 cena, alle 19,30 ricreazione, alle 20,30 esame di coscienza, preghiere, alle 21 riposo.

Padre Angelo Mondini il 4 febbraio visitava le tre aspiranti e apprezzava l’ordine, il nitore e la povertà dell’umile dimora. Incoraggiava le giovani a rimanere ferme nell’impegno preso, come prime pietre del nuovo edificio che andava prendendo consistenza. 

L’8 febbraio1892 iniziarono l’assistenza gratuita ad alcune inferme sole nelle case private; il 17 febbraio veniva accolta la prima assistita, la signora Loreta Morelli, di ottanta anni;   la Vannini annota nella Cronaca: «Oggi abbiamo ricevuto a pensione una vecchia ottuagenaria la quale desiderava ritirarsi in casa religiosa, onde finire i suoi giorni nalla pace del Signore».  

I registri amministrativi segnalano un modesto movimento finanziario, sufficiente appena a coprire le spese essenziali della nuova convivenza, ma erano aiutate dai Camilliani e dalle suore di Nostra Signora del Cenacolo che  non dimenticavano la Vannini e le erano vicino con la loro carità e premura.

La vita della prima comunità è descritta dal Fondatore Tezza nelle sue Memorie: le aspiranti si diedero subito con fervore alle opere di carità verso le inferme. Ne ricevettero alcune nella loro abitazione alle quali prodigavano il giorno e la notte le cure più assidue, formandosi in pari tempo alle abitudini dell’Ordine e agli Esercizi di pietà prescritti dalla Regola. La loro povertà era estrema; le piccole risorse raccolte in Francia erano bastate appena per pagare i primi mesi di affitto e coprire le spese del povero arredamento della casa. «Tuttavia la bontà infinità di N.S. non fece mancare mai loro l’indispensabile di ogni giorno».

Il Signore fin dai primi giorni benedice la nuova opera inviando un’altra giovane alla Comunità: il 20 febbraio 1892 giunge infatti Enrichetta Elisei di Pausola, un paesino delle Marche che per essere la prima aspirante del nuovo Istituto si meriterà dal Servo di Dio oltre al titolo di «anziana», anche una meritata  predilezione; la Elisei può dirsi la seconda Figlia di S. Camillo - dopo la Vannini - perché la Eliseo e la Panetta lasceranno, in seguito, l’Istituto. 

Fonte AFSC Postulazione Beato Luigi Tezza



Giuditta Vannini, Emanuela Eliseo, Vittorina Panetta 
le prime aspiranti della nostra famiglia religiosa


Padre Giovanni Mattis, Superiore generale dell’Ordine desiderò compiere egli stesso la cerimonia. 
Conferì lo Scapolare e la Croce rossa di S. Camillo



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