Settembre mese del Beato Luigi Tezza "La preziosa eredità" 3

In questo nuovo mese settembre 2021, e in attesa dell'esito del Processo Canonico Diocesano (Super Miro) per la Causa di Canonizzazione del Beato Luigi Tezza; vi presentiamo il capitolo V della tesi "Il carisma dell'assistenza agli Infermi e padre Luigi Tezza" di Suor Catalina Osella (religiosa camilliana, argentina) presentata per ottenere il grado accademico di  "Magistero in Scienze Religiose" preso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Ecclesia Mater" della Pontificia Università Lateranense a Roma 1983.

Capitolo V pag. 77-105

La preziosa eredità 

Ostacoli al fine 

Gli insegnamenti circa lo scopo della vita e il modo di viverla per conseguire la felicità relativa in terra e la beatitudine assoluta in cielo, sono chiari e conformi alla teologia ascetica. Parlando dei nemici dell'anima, p. Tezza, cita l'apostolo Giovanni e osserva come tutto quello che vediamo nel mondo non è altro che « concupiscentia carnis, concupiscentia oculorum et superbia vitae » 21, cioè piaceri dei sensi, amore delle ricchezze, desiderio degli onori. Sono queste, le tre concupiscenze che, venendo «dal mondo» (ibid) ci allontanano dal nostro fine ultimo e divengono, perciò, i tre nemici principali della vita spirituale. Per
vincerli, i religiosi emettono i voti di castità, di obbedienza e di povertà. 

Nella lettera alla fondatrice del 12 aprile 1899, p. Tezza così si esprimeva: « ... Ti raccomando caldamente di vegliare affinché i consolanti progressi non indeboliscano ma fortifichino sempre più in tutte il vero spirito religioso e soprattutto la santa Umiltà ... » 22

Da Lima, il 16 luglio 1912, scriveva a suor Matilde: « ... Quanto a te, figlietta mia, abbiti coraggio e confidenza nel Signore facendo di tutto per ispirarlo pure alle tue figlie e Consorelle. Più siamo vicini al Divin Maestro e più necessariamente dobbiamo aver parte della sua Croce, alle sue spine ed alle sue umiliazioni. Mandandovi a cotesta santa Missione Gesù vi ha detto come agli Apostoli e ai Suoi primi discepoli: Vi mando come pecorelle tra i lupi. Che possiamo aspettarci tra i lupi se non che morsi, strappi ed urli? Ma se veramente sapete essere e mantenervi pecorelle umili, mansuete e pazienti, non saranno i lupi che vi vinceranno, essi saranno vinti da voi altre, secondo la parola dello stesso Maestro Divino. Per 
cui in luogo di compiangerti, mi rallegro teco e con tutte voi, vedendovi con somma gioia nel vero campo della battaglia del Signore. Senza dubbio vincerete se sapete starvi unite e fedeli a Colui che vinse il mondo ... »23

Mezzi per vincere i nemici 

I mezzi per vincere i tre nemici, nella lotta, sono necessariamente: l'aiuto della grazia e il non confidare in noi stessi ma unicamente nella infinita misericordia di Dio. Così a suor Antonietta il 4 ottobre 1893 raccomandava: « ... Tu pensa al Signore e il Signore penserà a te... » 24

Altri mezzi sono: la diffidenza di sé, cioè l'umiltà; l'abbandono alla volontà di Dio; la fedeltà alla carità
fraterna; la vigilanza; la preghiera; le devozioni; padre Tezza aggiungeva «l'essere vere figlie di san Camillo».  
L'umiltà e nobiltà d'animo del padre si manifestavano in ogni circostanza con una semplicità squisita. Era delicato e affabile nei modi, con un sorriso abituale che lo rendevano gradito a tutti. 

Il 24 novembre 1960, l'ingegnere Arturo Ruiz Remy testimoniava: «Ebbi relazione con il p. Tezza come confessore dall'anno 1914 al 1920. L'ho conosciuto come superiore della casa della Buena Muerte, e so che era di una umiltà tale che non faceva cosa speciale per far sentire, in comunità, la sua autorità ... Voleva essere l'ultimo in convento, non si dava tono ma badava a tutti con bontà ed i suoi consigli li dava con una certa riserva, dicendo: «mi sembra ... io sono del parere ... »25

« ... Era di una grande umiltà; quando usciva di casa andava da un fratello a chiedere la benedizione mentre lui era il superiore ... Era sempre così fervoroso che una volta le dissi [così deponeva suor Giustina Capitanio]: «Come fa, padre, ad essere sempre così fervoroso? ». Lui rispose: «Prego sempre affinché la congregazione abbia la linfa vitale di Gesù e mi offro volentieri anche vittima per questa pianticella [ ... ] Siate osservanti della regola. Non vi auguro ricchezza ma lo stretto necessario, tutte nell'amore di Dio, nella santificazione vostra e quella delle anime » 26

Nel p. Tezza, ogni atto del comportamento, ogni parola pronunciata, esprimeva la nobile virtù dell'umiltà, e, tutto, in forma tanto naturale, semplice e spontanea da sembrare in lui la cosa più facile. Nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo diverso. Invece, l'umiltà, era frutto di un continuo, aspro lavoro di rinnegamento di se stesso; scriveva a suor Emerenziana, da Lima, il 23 gennaio 1902: « ... Che vorrà in seguito il Signore da questo povero vecchio straccio? Non lo so davvero, e non mi curo di saperlo. Mi basta di essere nella divina Volontà. E questo pure deve sempre bastare a te, se vuoi essere Figlia di tuo padre ... »27

L'umiltà è verità. Riconoscimento sincero che quanto di bene è in noi viene da Dio e non è merito nostro. P. Tezza vive di quest'idea e la manifesta in ogni occasione che servisse per la gloria di Dio e per eccitare gli altri a fare altrettanto: « ... Sia pur umile quanto vuoi e piena di diffidenza e di bassa stima di te medesima, 
ma lungi da te lo scoraggiamento e l'avvilimento nelle difficoltà inevitabili nel posto che la divina Volontà ti ha assegnato. Abbi fede, l'obbedienza generosa ci fa far miracoli ... »28

Effetto immediato della totale adesione alla volontà divina è l'abbandono filiale in Dio e l'assoluta fiducia nel suo aiuto e nella sua grazia. Un padre non può non volere che il bene dei figli e correre in loro aiuto, quando li vede nel pericolo. Dio è il nostro padre celeste, non possiamo perciò dubitare della sua bontà e pietà nei nostri riguardi. 

Nelle lettere del servo di Dio, ricorrono con frequenza tali sentimenti di fiducia, uniti a parole d'esortazione a sperare, a confidare solo in Gesù e nella sua infinita misericordia e provvidenza, cercando soltanto in lui conforto e consolazioni. 

Così il Fondatore si esprimeva al riguardo il 21 maggio 1893: « ... Pregate assai figlie mie dilettissime perché la nostra volontà sia sempre in tutto conforme a quella adorabile del Signore ... » 29

Ancora da bordo del vapore Etruria nell'oceano Atlantico, durante il suo viaggio dall'Italia al Perù, il 10 maggio 1900, scriveva: « ... Da cinque giorni siamo usciti dal Mediterraneo e siamo in pieno Oceano, grandioso e spaventoso spettacolo, come si meditano bene la grandezza e potenza infinita del Signore ed il nulla che siamo noi. Novità non ne ho di sorte alcuna e sotto un certo riguardo si sta meglio: ad occhi chiusi abbandonati alla barca della divina volontà ... » 30

Note di totale abbandono e disponibilità al volere divino appaiono anche come sfumature nelle lettere personali, scritte alle figlie da Lilla il 10 dicembre 1899: « ... Forse ci rivedremo nell'anno Santo, ma non so ancora nulla. Niente domando, niente rifiuto ... » 31

Sulla vigilanza il padre si esprime con il seguente linguaggio in una lettera indirizzata a su or Valentina, il 10 dicembre 1899: « ... Bada che anche nella eccessiva ricerca degli aiuti e soccorsi esteriori possiamo mancare di mortificazione e lasciarci andare a troppa ricerca di noi stessi... ». 

Dio ha legato le sue promesse alla nostra preghiera. Ha fermamente stabilito che tutto possiamo avere da lui, sempre, però per mezzo della preghiera 32

P. Tezza, conscio che la pietà è l'alimento indispensabile dello spirito religioso e della santa carità 33, e che la preghiera fatta in comune opera prodigi, perché Gesù stesso lo ha detto «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» 34, esortava: « ... Benché il piccolo numero dei soggetti componenti questa comunità, l'esiguità del locale ed il lavoro incessante nell'assistenza spirituale e corporale dei poveri infermi, non renda possibile l'osservanza regolare di tutti gli atti prescritti dalle nostre sante Regole, esortiamo tuttavia ed all'uopo ordiniamo che si faccia in comune quanto è possibile ... , poi, ciascuno in particolare a fare da sé esattamente e coscienziosamente ogni giorno quanto non si può fare in comune ... »35

P. Tezza, il 30 gennaio 1895 scriveva a suor Alfonsina: « [ ... ] Vi raccomando facciate di tutto per non lasciare gli esercizi di pietà; se non potete ad un'ora, sia ad un'altra, ma fateli, fateli sempre, fateli con impegno o in comune per quanto vi sia possibile od in particolare. Alla meditazione ed alla lettura spirituale (sempre sul Rodriguez) figuratevi ascoltare la madre od il Padre che vi parlino in nome e dalla parte del Signore. Quando non avete la s. messa fa te la via crucis... » 36

L'importanza data da lui alla preghiera è dimostrata nella lettera del 19 gennaio 1901, con le frasi: « ... Lasciamo dunque fare al Signore, preghiamo e, siamo generosi in qualunque sacrificio ci possa domandare, fosse pure quello di non rivederci più sulla terra. Fosse succeduto questo cinque o sei anni addietro, certo che mi sarebbe costato immensamente più, poiché allora mi pareva potervi essere di qualche utilità e sostegno, ma ora grazie a Dio vi sono più che inutile, o se possa esservi utile ancora in qualche modo colle mie povere preghiere, per queste non vi è distanza ... »37

Il 31 gennaio 1912, scrivendo a «Figlia e Figlie mie sempre dilettissime nel Signore» chiedeva: « ... pregate sempre per me, che sempre io dico per voi: Custodi eas, Domine ut pupillam oculi; sub umbra alarum tuarum protege eas ... »38

Ancora alla Madre fondatrice, il 12 giugno 1908: « ... La mia salute è sempre ottima, grazie al Signore; così andasse egualmente bene l'anima mia che raccomando molto alle tue e vostre orazioni ... » 39

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21 1 Gv 2,16.  85 
22 AFSC, 1 A 031. 
23 AFSC, 1 A 093. 
24 A F S C,lA 010
25 Processo, f.133-135. 
26 Processo, f. 221. 
27 A F S C, 1 A 077.         
28 AFSC, 1 A 017. 
29 AFSC, 1 A 04. 
30 AFSC, 1 A 047.   
31 AFSC, 1 A 037. 
32 Cf. GaI 4,6. 
33 Cf. A G, 1836/3: lettera scritta il 29 giugno 1897, da Madrid. 
34 Mt 18,20. 
35 A G, 1836/3. 
36 A F S C,lA 014. 
37 A F S C, 1 A 061. 
38 A F S C, 1 A 092 (Deut 32,10-11; Sal 17,8). 
39 A F S C, 1 A 089b. 

continua domani ...


Alla fine della presentazione dell'intero capitolo, pubblicheremmo il link per la Tesi completa!


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