Oggi, 21 dicembre, è il giorno della novena di Natale che coincide col solstizio d'inverno: inizia cioè ufficialmente l'inverno con una giornata che offre minor luce.
Il popolo cristiano ha imparato a riconoscere Cristo come l'Astro che porta la luce vera: Egli è quel Sole invincibile che nessuna tenebra può opprimere.
Nell'antifona "O" di questo giorno vengono usate per Gesù tre belle espressioni di luce: il primo versetto invita a invocare Cristo col nome di "Oriente", si tratta di una citazione di Zaccaria 6,12: "il suo nome è Oriente".
Tale nome è accompagnato da due altre espressioni giustapposte, che allargano e spiegano il termine: "splendore della luce eterna" (cfr. Abacuc 3,4) e "sole di giustizia" (cfr. Malachia 3,20).
Cristo è quindi invocato come la luce che fa nascere il giorno o come il luogo per cui nasce un nuovo giorno, un nuovo giorno che nasce sotto la luce di Dio ed i raggi della salvezza.
E ogni giorno è così!
La luce del giorno ci ricorda che siamo vivi. La depressione è un solstizio dell'animo, una tenebre che giunge e ci fa cadere in un inverno interiore.
Ai depressi la liturgia di oggi ricorda una cosa essenziale: "sei vivo!".
La Luce di Cristo, come la luce di ogni giorno, splende su di te!
Cercare Gesù, invocare Gesù, desiderare Gesù, è lasciarsi illuminare da quella Luce che sorge e mi ricorda che sono vivo!
Mille benedizioni,
P. Alfredo M.I.
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