Lamego e Fatima Celebrazioni Chiusura Centenario Nascita al Cielo Beato Luigi Tezza

26 settembre Santuario di Fatima

Santa Messa nella Cappellina dell'Apparizioni, pomeriggio con la partecipazione delle due comunità presente in Portogallo: Lamego Centro Sociale Figlie di San Camillo e Fatima comunità che assiste i malati a domicilio.


Chiusura dell'Anno Centenario dalle due comunità Lamego e Fatima

Martedì 26 settembre si è svolta per la prima volta la processione con la reliquia e lo stendardo del Beato Padre Luigi Tezza, seguita dalla S. Messa presieduta dal Vescovo di Lamego S.E.R. Don Antonio Couto. 

La celebrazione è stata organizzata dalle Figlie di San Camillo, che vivono nella città di Lamego, responsabili della Struttura Residenziale per Anziani – Centro Sociale Figlie di San Camillo, con l'obiettivo di ricordare il centenario della morte di uno dei fondatori di questa Congregazione – il Beato Padre Luigi Tezza.

Questa Congregazione ha ereditato il carisma donato da Dio a San Camillo de Lellis, per testimoniare con la sua vita e le sue opere l'amore di Cristo verso i malati. 

Le suore di questa congregazione dedicano la loro vita ai malati in qualsiasi condizione, anche durante la fase del contagio, e hanno il 4° voto: servire i malati, anche mettendo a rischio la propria vita.

La Congregazione Figlie di San Camillo conta con tante case in tutto il mondo, in Portogallo è rappresentata nella città di Lamego con il Centro Sociale dal 1993, attualmente con una capacità di ospitare 70 anziani e a Fatima dal 2015, dove si dedica al sostegno domiciliare per gli ammalati nelle case private e nei conventi.

Per celebrare la fine del Centenario della morte del B. Padre Luigi Tezza, iniziato nel settembre 2022 e che si concluse il 26 settembre di quest'anno, le Suore hanno promosso questa iniziativa spirituale. 

La processione ha avuto inizio lungo il percorso centrale che porta al Santuario di Nossa Senhora dos Remédios, dove è stato recitato il Rosario e brevi riflessioni sulla vita del Beato ad ogni mistero.

Nella Santa Messa presieduta dal Vescovo e dai Padri concelebranti, si è parlato in più occasioni sulla vita e la missione del Beato, che rende tanto orgogliosi coloro che lo seguono. Ha alluso che anche le opere di carità svolte da questo sacerdote (ministro degli infermi) sono un dovere di ogni cristiano.

Infine, c'è stato un momento conviviale celebrativo tra tutti, brindando al Centenario della morte del Beato Padre Luigi Tezza.

Le Figlie di San Camillo hanno ringraziato tutti i presenti per aver partecipato all'iniziativa, in particolare il Rev.mo Vescovo Don Antonio Couto, tutti i Sacerdoti presenti, i responsabili del Santuario, i lavoratori del CSFSC per l'aiuto prestato agli anziani presenti anch'essi e il coro di Fontelo (Armamar) che ha animato solennemente l'Eucaristia.

Il bambino Giuseppe, con molta disponibilità e devozione ha rappresentato il Beato Luigi Tezza nella processione e nell'offertorio portando la violetta simbolo dell'umiltà e del nascondimento e l'olio degli infermi.







Omelia Santuario di Fatima 26 settembre pomeriggio

Celebrazione del centenario della morte del beato don Luigi Tezza

Le letture della Parola di Dio ci aiutano a comprendere il ritratto spirituale del Beato Luis Tezza perché egli fu ed è un fulgido esempio di vita e di missione totalmente dedite alla pratica della carità (Vangelo: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi) e misericordia (1a lettura: «voi tutti che temete il Signore, contate sulla sua misericordia, aspettatevi notizie buone e durature, gioia e misericordia»), a beneficio di quanti soffrono nel corpo e nello spirito. La carità e la misericordia furono il filo conduttore della sua vita e missione. 

Fin da giovane fu attratto e ispirato dall'esempio di S. Camillo de Lellis. E si sentiva chiamato da Dio non solo a vivere, ma anche a trasmettere la misericordia di Dio ai malati. 

Così descrive la vocazione camilliana: “testimoniare l'amore sempre presente di Cristo verso i malati nel ministero spirituale e corporale, esercitato anche a rischio della vita”. Era guidato da questo ideale: amare donando la vita come Cristo, con una convinzione profonda espressa così: «Quanto è bella e cara al Signore la carità che soffre e si sacrifica». Mostra come la carità vive sotto forma di compassione proprio come Gesù: soffrire con gli altri e soffrire con amore e per l'amore degli altri che soffrono. 

Nel 1892 fondò l'Istituto delle Figlie di San Camillo per perpetuare nel tempo il suo ideale e il suo carisma di amare e servire il Signore nella persona dei fratelli sofferenti attraverso l'assistenza ai malati (nel corpo e nello spirito) negli ospedali, nelle carceri e a casa. 
In questo senso scrive alle suore: «In questa presenza di Cristo nei malati e in noi che li serviamo nel suo nome troviamo la sorgente della nostra spiritualità». Sì, questo servizio è esperienza e annuncio del vangelo della sofferenza che consiste nel “fare del bene a chi soffre e fare del bene con la propria sofferenza”.

Dio (sia fatta la tua volontà, ciò che vuoi, come Tu vuoi e quando vuoi) e nella sua presenza silenziosa ai piedi della Croce, condividendo la sofferenza di Cristo per l'umanità e insegnandoci a condividere la croce quotidiana di chi soffre. 

Morì a Lima, Perù, il 26/09/1923. Era chiamato il santo di Lima. Quando morì, i fedeli pubblicarono un memoriale del santo che riassume e testimonia la sua vita di santità, con queste bellissime parole:
 
“Alla venerabile memoria di Rvdo. P. Luís Tezza dell'Ordine di San Camillo. Era amato come un padre e venerato come un santo. Non è più tra noi, ma dalla sua tomba si fa sentire per i suoi insegnamenti: la sua figura e il suo atteggiamento erano come quelli di un angelo. Le sue parole furono sempre quelle di un ministro del Vangelo. Il suo cuore era una volta di nobili affetti. La sua amicizia, una catena d'oro che legava migliaia di cuori senza violenza e la sua missione era sempre salvifica. È passato tra noi come una visione celeste, sempre benevolo e umile, sempre dolce e caritatevole. La fede era l’ispiratrice delle sue opere e la bontà lo copriva come un manto e lo coronava come un diadema”. 

Il suo esempio di santità vissuta nella dedizione ai malati è un invito e un incoraggiamento per tutti noi oggi. Affidiamoci dunque alla sua intercessione perché possiamo vivere con amore, semplicità e umiltà le parole del Vangelo “Ero malato e vi siete presi cura di me” e possiamo portare conforto, gioia e speranza ad ogni povero o malato, troviamo nel nostro territorio percorsi di vita. 

† Cardinale António Marto, Vescovo emerito di Leiria-Fátima

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