Cremona Chiusura dell’Anno Centenario del Beato Luigi Tezza

5 Novembre 2023 Casa di cura Figlie di san Camillo

Celebrazione Eucaristica presieduta dal Molto Rev. Padre Virginio Bebber, camilliano e Padre Luigi Mantia cappellano della casa di cura. 
 
Durante la Santa Messa hanno ricordato il loro anniversario di professione religiosa: 50° di Sr. Giuliana e i 25° di Sr. Amala, Sr. Valentine e Sr. Odette 

Erano presenti le sorelle delle comunità di Bondo, Brescia, Treviso, Trento, il personale della Clinica, amici e conoscenti.

Sr Odette, Sr. Amala, Sup. Sr. Alice, Sr. Giuliana e Sr. Valentine

Omelia padre Virginio Bebber
( Sir. 2,7-13 ; 1Cor 12,31; 13, 1-13 ; Gv. 15, 9-17)
E’ una comunità che nel segno della carità, del servizio si ritrova attorno all’altare del Signore  per dire grazie. Una parola così breve e semplice, ma che esprime  con sincerità un sentimento di riconoscenza per colui che ha pensato e, assieme a S. Giuseppina Vannini, ha dato vita alla famiglia religiosa delle Figlie di San Camillo, il beato Luigi Tezza, di cui  ricordiamo il centenario della sua Pasqua eterna, ma anche la gioia di un cammino di servizio di religiose che per venticinque e cinquant’anni hanno vissuto la donazione della loro vita a servizio del fratello sofferente.

“Io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portate frutto e il vostro frutto rimanga”. Sono parole che abbiamo ascoltato dalla pagina evangelica, il Vangelo dell’amore.

Il Signore ha scelto il giovane Luigi, orfano di Padre, al termine dei suoi studi liceali, una chiamata ad essere suo, suo discepolo. Quel giovane aveva tante strade aperte davanti a lui, ma la sua scelta è stata decisa e la comunicherà alla madre dicendo: “mamma mi voglio fare religioso, sacerdote”. 
Proprio lì a Padova aveva conosciuto i religiosi camilliani e quella strada dell’amore e della misericordia  verso i malati lo aveva colpito.

Sarà il Signore “clemente e misericordioso” il maestro di tutta la sua vita spesa nel segno dell’obbedienza ai superiori e nel servizio verso i più fragili, gli ammalati ed accanto a loro si fermava  con  nel cuore sentimenti  di compassione e di amore.

Nell’incontro con S. Giuseppina Vannini riuscirà a realizzare il progetto che portava nel cuore di dare vita  ad una famiglia religiosa femminile che condividesse il carisma di S. Camillo in un servizio materno verso i malati che Camillo chiamava “i suoi signori e padroni”.

Camillo, il “gigante” della carità,  parlando ai suoi primi compagni insegnava loro a servire i malati “con quell’affetto che una madre amorevole suole avere verso il suo unico figlio infermo” e chi più di un cuore femminile può esprimere questi sentimenti.

E’ il 2 febbraio 1892 quando il Superiore Generale dei Camilliani, P. Giovanni Matteis, assisto da P. Tezza, conferisce lo scapolare con la croce di S. Camillo alla Vannini e alle sue compagne.

E’ l’inizio di un cammino di testimonianza della carità che raggiungerà diverse regioni del mondo. P. Tezza accompagnerà dalla lontana Lima (Perù) con il silenzio, con la preghiera, con una assidua vita di ministero verso i malati il cammino delle sue figlie fino al giorno  della sua partecipazione  alla Pasqua del Signore  avvenuta  il 26 settembre 1923.

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Il Tezza ha sempre riconosciuto nella sua vita religiosa e sacerdotale di essere stato scelto da Dio e non essere stato Lui ha scegliere il Signore e, attraverso la Spirito, ha accolto quello che dall’obbedienza ai Superiore gli veniva  indicato in una servizio di misericordia e di amore “ero malato e mi avete visitato”.

Ed allora grazie Signore per il dono fatto alla tua Chiesa, al mondo della sanità di questo testimone, il Beato Luigi Tezza, che tiene alta la fiaccola della carità e del servizio alla persona sofferente.

Sull’esempio del Beato Luigi e di S. Giuseppina Vannini una schiera numerosa di donne hanno accolto l’invito, la sfida di spendere la propria vita nel segno della carità, del servizio ai sofferenti e degli emarginati dalla società.

Sono tutte quelle consorelle che con solerzia, con il sorriso sulle labbra (anche questo è importante) si accostano, con costanza giorno dopo giorno, al corpo sofferente, a volte anche piagato, del Cristo e lo servono con tanto amore perché “la carità non avrà mai fine” come ci ricorda S. Paolo. “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato”, quello del Cristo è stato un amore sacrificale, un amore sempre accogliente e il segno delle braccia aperte sulla croce indica la lezione di amore che ci consegna come strada su cui camminare e misurarci nel servizio al prossimo.

“Non voi avete scelto me, ma ho scelto voi” scelti, scelte dal Signore per essere suoi testimoni di un Dio che ama tutti nella concretezza della vita e specialmente nei momenti più difficili. Camillo spesso si rivolgeva ai suoi religiosi dicendo: “più cuore in quelle mani” con il cuore senza amore, con il cuore freddo non si può servire il fratello che mi rappresenta il Signore perché “qualunque cosa facciate a questi miei fratelli più piccoli, l’avrete fatta a me”; solo con un cuore caldo, pieno di amore, saremo testimoni della compassione, della vicinanza del Signore verso ogni persona.

Dopo la piccola schiera di sorelle che il 2 febbraio 1892 hanno preso con entusiasmo il testimone del carisma della carità donato dallo Spirito a S. Camillo, il numero si è fatto più consistente ed oggi con gioia grande e con sentimenti di riconoscenza verso il Signore ricordiamo il cammino di consacrazione di quattro consorelle Sr. Giuliana, Sr. Amala, Sr, Valentine, Sr. Odette che oggi ricordano il 50° e il 25° di consacrazione religiosa.

Grazie sorelle perché nel segno della carità avete voluto spendere la vostra  vita nel servire il corpo sofferente del Cristo, per essere segno concreto, visibile e credibile, di consolazione per il corpo e lo spirito di tanti fratelli e sorelle.

Con la vostra testimonianza annunciate che la realtà più grande e più bella è la “carità”.

Auguri sorelle, siate sempre gioiose nel cuore e nello spirito in unione alla comunità nella celebrazione dell’eucaristia segno del ringraziamento verso il Signore perché vi ha affidato il carisma più grande, come ci ha detto S. Paolo  con lo sguardo verso il futuro:
“tre cose rimangono la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità”.

AUGURI!!!!!!!!





























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