Da Radio Vaticana 14/07/2012
Davide Dionisi
Direttore Sanitario Dott.ssa Maura Moreschini
Primario DEA Dott.ssa Cinzia Sighieri
Taglio del nastro nell'entrata principale della Medicina di Urgenza e benedizione.
Davide Dionisi
Ricorre oggi la
solennità di San Camillo De Lellis. A Roma, l'ospedale "Madre Giuseppina
Vannini" delle Figlie di San Camillo, ha aperto le celebrazioni per i 100
anni di presenza del nosocomio nella capitale.
Da pensionato
per anziani, ambulatorio per i poveri, clinica chirurgica, sino all'evoluzione
più bella e impegnativa nel 1980: la trasformazione in ospedale. Oggi, il
Vannini compie 100 anni di presenza a Roma e nel giorno della solennità di San
Camillo conferma la sua vocazione ispirata – come ha detto durante l'omelia,
mons. Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare del settore Est della capitale –
alla figura del buon samaritano. Il presule ha poi spiegato l'attualità della
figura e del messaggio dell'apostolo di Bucchianico in un momento in cui il
sistema sanitario soffre particolarmente:
R. – San
Camillo, in qualche modo, aveva un approccio integrale alla persona umana.
Questa è la sua caratteristica. Sapeva che la persona umana ha bisogno, non
solo della cura del corpo, ma anche della cura dello spirito. E’ necessaria, in
questo momento, una visione integrale dell’uomo, un approccio olistico, come si
dice oggi, a tutta la persona umana. Allora, solo con questo tipo di visione si
può considerare la persona guarita: nella misura in cui si guarisce non solo il
corpo, ma anche lo spirito. Questa mi sembra una delle esigenze e delle prospettive
importanti per la sanità.
D. - La notizia
di oggi è che proprio in una situazione di emergenza e di crisi, al Vannini
vengono inaugurati tre nuovi reparti...
R. – Certamente,
se oggi dovessero smettere di lavorare tutti gli ospedali di ispirazione
cattolica e tutti i centri Caritas, lo Stato si troverebbe in difficoltà.
Penso, quindi, che la carità della Chiesa vada oltre quelli che sono i rapporti
istituzionali: li tiene in considerazione, ma va oltre, perché attinge non solo
da quelli che possono essere i fondi che vengono dallo Stato, ma soprattutto
dalla generosità dei fedeli, dalla generosità dei cristiani, dei credenti.
D. - Un'utenza
multietnica richiede da parte di un ospedale cattolico competenze e
professionalità che vanno al di là della preparazione specifica…
R. – Certo.
Innanzitutto, non si chiede mai l’identità religiosa alla persona che viene
curata. Neanche il buon samaritano ha chiesto all’uomo incappato nei briganti
di che religione fosse: l’ha curato e basta, perché ha visto un bisogno. Certo,
poi c’è anche il rispetto dell’altro: è necessario rispettare la sua identità,
i suoi valori e anche la sua religione, nel caso fosse di una religione diversa
da quella cristiana, da quella cattolica. E proprio la carità ci fa capire che
la vita va oltre a volte le differenze e la differenza è nell’approccio, cioè
nella visione che si ha della persona umana. Questo a volte fa davvero la
differenza. Noi mettiamo il cuore di Cristo nelle mani dei medici, nelle mani
degli infermieri, dei volontari, di tutti, perché è la carità di Cristo che ci
edifica, la carità di Cristo che ci fa crescere.
Inaugurazione della nuova sede dei reparti di Medicina d'urgenza, Osservazione Temporanea e Osservazione Breve Intensiva e Laboratorio di Patologia Clinica.
Gli studenti della Scuola Padre Tezza insieme a Lucio D'Amico
hanno animato la Santa Messa
Le cento braccia di San Camillo che ci aiutano ogni giorno
Direttore Sanitario Dott.ssa Maura Moreschini
Primario DEA Dott.ssa Cinzia Sighieri
Primario Laboratorio di Patologia Clinica Dott.ssa. Luisa Gozzo
Taglio del nastro nell'entrata principale della Medicina di Urgenza e benedizione.
Commenti
Posta un commento