Dal opuscolo Testimone d'Amore Sr. Gabriella Marzio
Francese
con i francesi
pag. 12 - 16
Di
fronte alle leggi di soppressione in Italia, l’Ordine Camilliano reagì con
nuove fondazioni all’estero. Fu scelta la Francia per diversi motivi: era
vicina all’Italia, l’apprendimento della lingua non presentava grosse difficoltà
e inoltre offriva una buona prospettiva vocazionale.
I camilliani si
insediarono nel 1870 presso il santuario di Notre Dame de La Chaux, in località
di Cuisery. Per questo nuovo gruppo P.
Guardi, con funzioni di Superiore generale preparò un regolamento, che tra
l’altro sottolineava: «Per trapiantare l’Ordine in Francia è necessario un
grande zelo, accompagnato da molta prudenza e carità. Bisognerà fare tutto il
possibile per aprire al più presto un noviziato. La casa e la famiglia vivranno
nella vita comune perfetta».
Cominciarono ad arrivare i primi postulanti. Ciò
richiedeva il rafforzamento della comunità per far fronte agli impegni
formativi. I Superiori pensarono subito a p. Tezza, soggetto ritenuto idoneo ad
avviare bene le scuole e per iniziare un noviziato.
L’importante era che i
giovani sarebbero stati formati, con la guida di p. Tezza, secondo il suddetto
regolamento. Difatti nell’agosto del 1871 ricevette l’ordine di partire per la Francia come
Maestro dei novizi e il giorno 24 era già a Cuisery.
Egli non aveva neanche lontanamente
previsto un tale ed improvviso cambiamento di comunità; ancora una volta tutto
era rimesso in discussione. Nonostante ciò scrisse: «Sono contento di far
sacrificio di ogni cosa alla voce della santa obbedienza nella quale è
infallibilmente la volontà del Signore».
In Francia P. Tezza rimase 18 anni,
svolgendo diversi compiti: formatore, superiore di varie comunità,
pro-provinciale e poi primo provinciale. La sua permanenza apportò all’ordine
camilliano notevoli benefici: voluta inizialmente come rimedio alla
soppressione, la neo fondazione superò le premesse e divenne un importante
anello nello sviluppo dell’Ordine stesso, non solo perché da qui nacquero
direttamente, o indirettamente, diverse Province in Europa e oltre Oceano, ma
soprattutto perché le idee chiare di p. Tezza posero basi solide per la nuova
fondazione.
Si iniziò con il praticare la vita comune e da ciò procedette lo
sviluppo del ministero camilliano. Poiché a La Chaux non vi erano buone
speranze di poter avviare subito una comunità dedita al ministero camilliano si
fece un passo avanti: fondare opere assistenziali proprie.
Il Tezza inaugurò un
ospedale a Lione, nel 1874. In quell’anno venne nominato superiore della
comunità di Cuisery. Intanto occorrevano mezzi finanziari e così trovò un
generoso offerente nel Servo di Dio Camille Féron Vrau, industriale cattolico,
benefattore di opere sociali in Francia.
Con l’appoggio di questo apostolo
laico egli progettò ed eresse un dispensario collegato con la facoltà di
medicina dell’Università Cattolica di Lille. Qui gli studenti in medicina
imparavano, accanto alle scienze mediche, anche la carità.
Nel dispensario
erano accolti infatti malati poveri e i professori della facoltà prestavano
assistenza, e fornivano medicine gratuite alla presenza degli studenti affinché
questi, terminati gli studi, potessero esercitare umanamente e cristianamente
la professione.
Nel 1878 venne aperto
anche un centro camilliano a Cannes. L’ammirabile sviluppo dell’Ordine in
Francia, determinò il raggruppamento delle case in Pro-Provincia e P. Tezza
venne nominato primo responsabile.
Ma con la crescita delle opere
subentrò nel 1879 anche la prova. La repubblica di Francia emanò la legge di
soppressione degli Ordini religiosi.
Era la terza volta per P. Tezza! In poco
tempo si trovò da solo e con molti giovani da nutrire; doveva cercare
addirittura il poco denaro necessario a spedire una lettera e, in mezzo a tali
angustie, sentiva l’avvicinarsi della Rivoluzione che lo portava a progettare
la fuga in Spagna o in Svizzera per salvare tanti anni di lavoro.
Dalla
situazione politica in Francia intravvedeva infatti «un orizzonte buio e
minaccioso di nuvole e di tempeste», ma non disperava poiché la sua speranza
era tutta fondata in Dio e perché dopo tutto - diceva - «Nulla avverrà che nei
disegni della sua amabilissima provvidenza non concorra alla Sua maggior gloria
ed al nostro spirituale vantaggio».
Lo espulsero dalla Francia come straniero e
così, nel novembre del 1880, si ritrovò nella sua cara casa di S. Giuliano. Non
c’era più però l’amato P. Artini, né il noviziato, perché trasferito altrove.
P. Tezza restava col pensiero in Francia.
Era il responsabile di quelle case e
soprattutto dei religiosi rimasti lì in condizioni disagiate. Volle a tutti i
costi ritornarvi procurandosi il rischio d’incorrere nei rigori della legge.
Il
Vescovo di Autun, con molta fatica, lo ospitò nella sua diocesi, ma con
l’impegno di non operare nel dipartimento di Louhans, di cui La Chaux faceva
parte. Ma a La Chaux era proprio il suo obiettivo e quindi si recò a far visita
ai suoi confratelli, sfidando la polizia.
Gli andò bene, ma non senza mille
precauzioni. Si spostava da un posto all’altro, più di una volta vennero per
arrestarlo, ma lui, avvertito in tempo, faceva perdere le tracce. Si muoveva
tra La Chaux e Lille, s’incontrò con i religiosi dispersi sul territorio,
cercando di sostenerne il coraggio e raccomandando di mantenere vivo il legame
tra loro e il senso dell’appartenenza all’Ordine.
Ottenne di rappresentare il
Vescovo di Verona, Mons. Di Canossa al Congresso Eucaristico Internazionale di
Lille nel 1881. A un certo punto si rese conto che la situazione diventava
sempre più pericolosa e decise, così, di stabilirsi a Lille dove le autorità
erano più tolleranti. Cercò di tenere in mano la situazione, tra indubbi
problemi e pericoli.
Il suo impegno fece sì che nel
Capitolo generale del 1889, venne eletto Vicario generale e Procuratore
dell'Istituto, con conseguente trasferimento a Roma.
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