«Lazzaro, vieni fuori!» Commento al Vangelo del 2 aprile 2017, V domenica di Quaresima

Elogio della commozione ed elogio dell’amicizia. Tra le diverse riflessioni che la pericope dell’odierna domenica può offrire, ci si può cimentare in quelle strade che portano laddove vi abitano la commozione e l’amicizia. Fermo restando che il brano evangelico giovanneo si inserisce in un percorso battesimale proprio della Quaresima, il tema della commozione e dell’amicizia sono due realtà connesse alla riflessione sul Battesimo. Ma andiamo in ordine. 
Elogio della commozione. Anzi del pianto. Per ben due volte il racconto della risurrezione di Lazzaro mette in evidenza che Gesù si commosse profondamente. E poi si specifica anche: Gesù scoppiò in pianto. A me ad affascinare sono i due termini che ne accentuano il sentimento: profondamente e scoppiò. 
Profondamente, ovvero in maniera viscerale, direi abissale. Fu talmente preso che Gesù fu toccato nella sua profondità, nel suo intimo, nelle sue viscere. Don Tonino Bello avrebbe parlato di "viscere di misericordia". Quella commozione e quel pianto dell’Amico di Nazareth manifestano un intenso e appassionato legame. È il legame di Dio con l’uomo. Cos'è il Battesimo se non questo legame che si instaura? Il Sacramento battesimale è un’incorporazione, entrare a far parte di una famiglia, rinsaldare una relazione, rifondare l’amicizia perduta a causa del peccato dai progenitori Adamo ed Eva. L’acqua del Battesimo è espressione del pianto di Dio, della sua commozione. Appunto, si tratta di commozione e non di lacrime amare. Quelle del Battesimo sono lacrime di gioia, viscerali. Quell'acqua
 è il pianto di un Dio che si rallegra ogni qual volta si instaura un legame profondo. 
Scoppiò. Questo verbo sta a indicare che Gesù non ce la faceva più. È scoppiato in lacrime. Non di amarezza perché sapeva che Lazzaro sarebbe venuto fuori dalla sua situazione di morte, di chiusura. Quello scoppiare è un’effusione dello Spirito, come quando sulla croce spirò. Gesù profuse il suo spirito di grazia e di vita. Il Battesimo è questo scoppiare di Dio, è l’effusione vitale, è una "ricreazione", una nuova creazione. Quello scoppio di Gesù è una diffusione di vitale energia. Il Battesimo dona un’energia nuova, una rinnovata linfa che scorre nelle profondità dell’uomo. 
Commozione e pianto dunque, due elementi strettamente legati al Sacramento del Battesimo. Come pure l’amicizia. Per questo possiamo parlare di elogio dell’amicizia. Il brano giovanneo precisa circa il senso dell’amicizia vissuta da Gesù: «Gesù amava Marta e sua sorella Maria e Lazzaro». Lo stesso Maestro Gesù dice: «Lazzaro, il nostro amico». E gli stessi Giudei esclamano: «Guarda come lo amava!». L’amicizia è un valore tanto umano quanto spirituale. Con il Sacramento del Battesimo si instaura questa amicizia spirituale entrando a far parte della famiglia di Dio, la Chiesa. È anche l’amicizia con la Chiesa. Il termine amicizia è diffuso nel vocabolario di Gesù e può essere inteso come espressione di amore. Nel discorso di Gesù sull’amore c’è questo accostamento tra i due termini amicizia e amore. Chi ama considera l’altro amico e chi considera il prossimo suo amico lo ama. «Vi ho chiamati amici» (Gv 15,15), dice Gesù. E dice anche: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13). Amicizia e amore sono strettamente legati tra loro. Non significano due sentimenti ma esprimono un atto, un movimento, una relazione. La Chiesa è il mezzo che permette al credente di vivere e rafforzare ogni giorno l’amicizia con Dio, di rinsaldarla, di rigenerarla. Ma è anche il mezzo per vivere l’amicizia tra simili, tra uomo e uomo all’interno non solo della comunità stessa ma tra tutti gli uomini della società. La Chiesa eleva l’amicizia a sacramento di unità, di rispetto, di dialogo, di condivisione, di incontro. 
Siamo agli ultimi giorni del periodo quaresimale e per questo ci chiediamo: come ho vissuto la mia amicizia con il Signore? Quanto mi ha aiutato la Quaresima a rafforzare il mio rapporto con il Signore? Quanto mi sento incorporato alla Chiesa? Come posso descrivere il mio rapporto con la comunità Chiesa? Sono consapevole che il Battesimo mi abilita a un legame viscerale di profonda amicizia con gli altri uomini e con Dio? 
Padre Onofrio Antonio Farinola
sacerdote cappuccino


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