Papa Francesco invia un videomessaggio ai partecipanti alle Giornate caraibiche della gioventù, tra il 10 e il 23 luglio a Martinica, nelle Antille, sul tema: “I giovani trasformano la famiglia caraibica”
Buongiorno!
Saluto con affetto voi giovani che volete trasformare la famiglia dei Caraibi. Un bel lavoro! Si vede che avete grinta e volete lottare. Andate avanti.
È un tema che vi sfida, voi siete giovani, ma mi domando: siete giovani o giovani invecchiati? Perché se siete giovani invecchiati non potrete fare nulla. Dovete essere giovani “giovani”. Con tutta la forza della gioventù per trasformare. E la prima cosa che dovete fare è vedere se vi “siete sistemati”. No, se vi siete sistemati, la cosa non va. Quanti di voi si sono sistemati devono smuoversi e iniziare a lottare. Volete trasformare, volete portare avanti e avete fatte vostre le direttive dell’Esortazione post-sinodale sulla famiglia, per portare avanti la famiglia, per trasformare la famiglia dei Caraibi. Portarla avanti oggi per domani, ossia nel presente per il futuro. E oggi voi, per capire il presente, dovete saperla descrivere, saperla comprendere per affrontare il domani. E nel cammino da oggi a domani avete bisogno della dottrina sulla famiglia e l’avete nel capitolo quarto dell’Esortazione: lì sta il nucleo. Studiatelo. Vedetelo e avrete i modelli per andare avanti. Ma oggi e domani. Ci resta ieri. Non si può guardare al domani senza guardare a ieri. Non si può guardare al futuro senza riflettere sul passato. Voi vi preparate per trasformare qualcosa che vi è stato dato dai vostri anziani. Ricevete storia di ieri, ricevete tradizioni di ieri. Avete radici e su questo voglio soffermarmi un minuto: non puoi fare nulla nel presente né nel futuro se non sei radicato nel passato, nella tua storia, nella tua cultura, nella tua famiglia; se non hai le radici ben piantate. Dalla radice ti verrà la forza per andare avanti. Tutti noi e voi non siamo stati fabbricati in un laboratorio, abbiamo questa storia, queste radici, e ciò che facciamo, i frutti che diamo, la bellezza che possiamo creare poi, provengono da queste radici.
Un poeta finisce il suo grande poema con questo verso: «ciò che l’albero ha di fiorito vive di ciò che ha sepolto». Guardate indietro anche per avere radici, guardare ai vostri nonni, guardare ai vostri anziani e parlate con loro, prendete tutto ciò e portatelo avanti. Trasformando, ma lì avrete le radici, la forza per trasformare la famiglia. Ė una tensione trasformante. Non si può trasformare senza tensione.
Vi ho detto che il nucleo di Amoris laetitia è nel capitolo quarto. Come vivere l’amore. Come vivere l’amore della famiglia. Parlate tra di voi sul capitolo quarto. Lì troverete molta forza per andare avanti e fare la trasformazione. E non vi dimenticate di una cosa: che l’amore ha forza propria. E l’amore non finisce mai. San Paolo dice: la fede e la speranza finiranno quando saremo con il Signore, invece l’amore continuerà con il Signore (cfr. 1 Cor 13, 13). Voi state trasformando qualcosa che è per tutta l’eternità. Quella forza propria che resterà per sempre. Che bel lavoro vi siete messi a fare. Andate avanti. Che Dio vi benedica, prego per voi e, per favore, non vi dimenticate di pregare per me. Ciao.
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