"O Germoglio di lesse,
che ti innalzi come segno per i popoli, tacciono davanti a te i re della terra, e le nazioni t'invocano:
vieni a liberarci, non tardare"
(Terza Antifona maggiore)
Il testo originale diceva "O Radix Iesse", cioè "Radice di Iesse". Gesù oggi è invocato e atteso come "Radice", ossia come origine da cui scaturisce la vita.
Ma c'è un nome che compare, cioè "Iesse", che sarebbe il padre di Davide, il più grande tra i cantori di Dio, ma anche il più grande tra i peccatori redenti da Dio. Gesù è ancora più "grande", cioè sta alla radice di ogni grandezza di questa terra, è all'origine di ogni dinastia di questo mondo, fosse pure la più grande, la più riconosciuta, la più antica. E' lui l'origine di ogni grandezza, è lui che sostiene ogni cosa in questo mondo, fosse pure la più grande. Gesù, dunque, è la radice di tutto e di tutti. Ma è anche il "Germoglio" che spunta dal più grande peccato. Nonostante la miseria umana, Gesù fa scaturire il germoglio della sua misericordia, del suo amore, della sua tenerezza.
Il suo amore misericordioso si erge al di sopra di tutto e di tutti ("che ti innalzi come segno per i popoli"), è il vessillo dell'universo bisognoso di redenzione.
Invochiamo la nostra Fonte, la nostra Origine, la Chiave di volta della nostra esistenza, la Radice della nostra vita, della vita del mondo, perché ridia vigore alla nostra stanchezza, al nostro corpo stanco, alla nostra anima ferita dal peccato.
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