Meditazione Novena di Natale Seconda Meditazione: L’UMILTA'

«Prima della rovina, il cuore dell'uomo s'innalza, 
ma l'umiltà precede la gloria» (Pr.18:12)

«Non fate nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno, 
con umiltà, stimi gli altri superiori a se stesso» (Fil 2:3).

      Sorelle carissime, Natale è la festa di un Dio umile, la celebrazione dell’umiltà, la contemplazione di un Dio che scende, che si abbassa! Perché Gesù si presenta così umile, indifeso e quindi perdente in questo mondo? Certamente, per un motivo ascetico: Gesù sa che l’orgoglio ha rovinato l’uomo e quindi l’uomo va rifatto passando per la via dell’umiltà. C’è un motivo anche salvifico: Gesù offre se stesso con amore per la salvezza dell’uomo caduto a causa della superbia. Ma c’è pure un motivo teologico: in questo modo Gesù ci fa capire qualcosa della Trinità. Ogni persona divina è tutta in relazione all’altra. Un invito ad uscire da se stessi per donarsi tutto all’altro. È umiltà, lo svuotamento di se stessi, perché l’altro sia.

      L'umiltà ci pone nella verità riguardo a Dio. Essa c'insegna che Dio solo è tutto. Dio possiede ogni perfezione. «Salite pure ben alto nei cieli, voi non arriverete mai dove incomincia, Dio; discendete negli abissi dell'inferno, voi non troverete mai luogo dove Dio non vi sia più; percorrete l'universo, non sarà mai abbastanza vasto da poter misurare la potenza divina; considerate l'ampiezza dei Mari, questa non vi darà nemmeno la misura di un'ombra delle perfezioni divine.» (S. Dionigi)

     L'umiltà ci pone nella verità riguardo a noi stessi. Non ho nulla, non sono nulla. Io sono come un vaso di creta! Servo inutile! L'umiltà ci pone nella verità riguardo al nostro prossimo: niente superbia, ma solo la modestia, la dolcezza, la discrezione devono regolare i nostri rapporti con il prossimo. Siamo umili? Quale segno lo dimostra?  «C’è un segno, un segnale, l’unico: accettare le umiliazioni. L’umiltà senza umiliazioni non è umiltà. Umile è quell’uomo, quella donna, che è capace di sopportare le umiliazioni come le ha sopportate Gesù, l’umiliato, il grande umiliato». Quindi «umiltà non è soltanto essere quieto, tranquillo. No, no. Umiltà è accettare le umiliazioni quando vengono, come ha fatto Gesù». (Papa Francesco)

      Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare" (Lc 17,10). Contemplando la figura di San Giuseppe, preghiamo: 
Signore, Io, invece, mi ritengo molto utile, perfino indispensabile, insostituibile. Ho bisogno di farmi valere, apprezzare, considerare. Difficilmente resisto alla tentazione di mostrarmi. Provo una inclinazione irresistibile a "raccontarmi". Temo che non imparerò mai la difficile arte di scomparire. Signore, fammi scoprire la gioia del lavoro oscuro, senza spettatori. Sottoponimi a frequenti e duri esercizi di nascondimento. Concedimi l'attestato di "non importanza. Caro Gesù, se vuoi utilizzarmi per fare un po' di bene, fa' che compia il mio dovere, umilmente, con coscienza, docilità alla tua Parola e passione, fino in fondo. Ma poi fa' che abbia sempre l'accortezza di tirarmi in disparte, senza aspettare gli applausi. E se rimango inchiodato al palcoscenico, provvedi Tu a spintonarmi via senza pietà. Amen.


P. Modesto Ouedraogo camilliano, cappellano casa generalizia Grottaferrata




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