Settembre Mese dedicato al Beato Padre Luigi Tezza

16 settembre

Ogni giorno pubblicheremmo parte della Tesi di Magistero in Scienze Religiose indirizzo catechetico La virtù della carità in Padre Luigi Tezza di Suor Haida Echevarria Schmidt.


continua di ieri pag. 56-57

Verso i confratelli 

Vivere la carità fraterna insegnata da Gesù consiste principalmente nello sperimentare l'amore del Padre. Questa esperienza fa scaturire nel cuore umano un incontenibile desiderio di trattare gli altri come il Padre tratta noi; attraverso questa esperienza, l'altro si trasforma in fratello. Nella misura in cui Padre Luigi sperimenta questo mistero di amore deduce la necessità della corresponsabilità, della partecipazione e dell'interdipendenza tra i membri della comunità. Per lui la prima missione consiste nel pregare, lavorare e soffrire con generosità per il il bene della comunità. 

Egli comprendeva le anime, le amava veramente. Non ancora venticinquenne preposto all'educazione dei giovani aspiranti alla vita religiosa, cercherà di fare di tutto perché «queste animette crescano alla gloria del Signore» e offrì generosamente a Dio il sacrificio della sua giovane esistenza per il loro bene spirituale: «Oh cento e mille volte beato se Iddio si 
degnasse di accogliere il misero sacrificio della mia vita, che a ogni istante gli offro e consacro, affinché nessuno avesse a venire meno alla vocazione, ma tutti conseguir potessero e mantenere religiosa perfezione». Per lui il dono della vocazione religiosa non è facoltativa, anzi desidera che tutti perseverino. 

Nel 1869, davanti alla prospettiva di dover rimandare a casa alcuni giovani postulanti, che avevano perseverato davanti al comprensibile trambusto sofferto dalla Provincia Lombardo-Veneta dei camilliani a causa della soppressione degli ordini religiosi (1866), contro il loro volere, il Tezza supplica il Vicario generale dell'Ordine p. Camillo Guardi a trasferirli a Roma, ancora sotto lo Stato pontificio: «Mi offrirei a qualunque personale sacrificio tanto che fossero salvi. Non avessero altro l'aver saputo anche solo serbare lo spirito della vocazione e l'attaccamento alla religione in mezzo a mille dissipazioni e dolorose vicissitudini di questi ultimi anni, parmi li renda al tutto meritevoli di non essere abbandonati».

Come il vignaiuolo del Vangelo, Padre Tezza supplica Gesù di dargli un'altra opportunità (Cf. Le 13,8-9) offrendosi personalmente, non badando ai sacrifici che possa comportare perché sente viva la responsabilità del fratello. 



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