Ottobre Mese dedicato a Santa Giuseppina Vannini

10 ottobre

Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.
 
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Crescita cristiana 

Giuditta Vannini era nata in una famiglia cristiana: già nel giorno successivo alla nascita, i genitori provvidero a celebrare il sacramento del Battesimo della neonata. La gioia e l'affetto di cui la bambina godeva in famiglia, ben presto però si alterarono per la immatura morte dei genitori, con la conseguente separazione dei tre fratelli. 

In tal modo Giuditta venne ospitata, a sette anni, nell'orfanotrofio Torlonia, retto dalle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli. 

Fu proprio qui che il suo cuore sentì più tardi il primo impulso della vocazione. In questo ambiente di persone esperte, per professionalità e per vocazione religiosa, nell'amare e capire i bambini, Giuditta venne apprezzata per la sua bontà e docilità: «lo sentivo dalle suore della Carità [scriveva Augusto] che Giuditta era tanto buona, docile e intelligente». 

Anche il suo spirito di pietà non passava inosservato. In merito, insieme alla testimonianza delle educatrici, è preziosa quella delle sue compagne convittrici, perché più immediata. L'amica, che diverrà suor Felicita Anselmi, delle Figlie della Carità, compagna di prima Comunione e di Cresima, ricordando i giorni della preparazione a questi due sacramenti, dirà: «In tale circostanza potei notare come ella vi si disponesse col massimo fervore e serietà, e anzi mi pare dicesse che il giorno stesso della sua prima Comunione avesse sentito l'ispirazione della divina chiamata alla vita religiosa [ ... ]; d'allora in poi i nostri intimi discorsi si aggiravano, su per giù, su tale soggetto. Le sue aspirazioni da allora in poi tendevano al momento felice in cui, dato un addio al mondo, le sarebbe stato concesso di rompere tutti i legami che a esso la tenevano ancora avvinta». 

La Sig.ra Anna Dalla Vecchia, anch'essa sua compagna, ricorda: «[ ... ] era un'anima nascosta, desiderosa, anzi studiosa di sparire agli occhi altrui e di celare nel profondo del suo cuore le comunicazioni divine». 


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