03 ottobre
Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.
Il nuovo compito
Diventa, ora, difficile descrivere con brevità la nuova vita della Vannini, legata com'è alle vicende dei primi 19 anni di esistenza della Congregazione delle Figlie di San Camillo, in cui ella vive e opera, prima come semplice suora, poi come Superiora, infine come Madre Generale.
Gli avvenimenti incalzavano a ritmo serrato tra gioie e dolori. Accenniamo perciò brevemente solo ad alcune delle gioie più intime e dei dolori più acerbi. Tra le gioie, c'è il continuo affluire di ragazze desiderose di abbracciare quella vita religiosa camilliana, di cui tanto si parlava, specie nei luoghi in cui le suore esercitavano la loro missione caritativa.
C'è poi il moltiplicarsi delle fondazioni: ospedali, case di cura, pensionati, asili; in ogni parte del mondo: in Italia, in Francia, nel Belgio e nell'Argentina.
Ci sono soprattutto le consolazioni che Giuseppina prova nel visitare le diverse case dove lavorano le sue figlie. Le visita tutte ogni anno, viaggiando a prezzo di disagi sia per la lontananza geografica sia per l'inadeguatezza dei mezzi di comunicazione del tempo; tralascia solo - unica eccezione e per motivi di salute - le case dell' Argentina.
E' molto attiva nei periodi in cui sta bene; la malattia di cuore, infatti, spesso la costringe a lunghe degenze. Qualsiasi emozione o sofferenza - e furono molte e profonde - aggrava la sua infermità e le causa nuove crisi cardiache.
Altra situazione dolorosa fu creata nella nuova congregazione, come è facile intuire, dai gravi problemi d'ordine finanziario. L'Istituto era poverissimo, benché le suore lavorassero intensamente; il loro servizio era gratuito, specie nelle case private, e le religiose accettavano qualcosa unicamente a titolo di offerta, mai di retribuzione per l'opera prestata.
continua...
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