Prima meditazione di Avvento di padre Alfredo M. Tortorella, MI

L'attesa 

domenica, 29 novembre 2020

L'Avvento, periodo di quattro settimane preparatorie al Natale, ci spinge a un atteggiamento: l'attesa.

Le parabole di Gesù ci presentano spesso l'atteggiamento dell'attesa, con tutta la sua carica di positiva tensione: i servi attendono il padrone che torna dalle nozze (Lc 12,36) e le vergini sagge e stolte attendono lo sposo stesso (Mt 25,1 e ss). Chi attende, non uccide il tempo nella noia ma è orientato a una meta. E chi attende, attende l'autorealizzazzione della propria umanità mediante l'incontro con Dio. In realtà è anche Dio che attende noi. Attende che noi ci apriamo alla vita e all'amore ogni sacrosanto giorno. 

Nella Bibbia, coloro che attendono sono paragonati alle sentinelle. Esse dimorano nella torre e da lì fanno guardia, osservando tutt'intorno chi giunge di sorpresa. L'immagine della sentinella e del guardiano conducono a due atteggiamenti in noi:

1) l'ampiezza dello sguardo

2) l'attenzione all' attimo

Due atteggiamenti contro ogni cecità spirituale e contro ogni superficialità. Chi impara ad attendere diviene un uomo e una donna profonda. Attendiamo e intanto sentiamo il nostro cuore allargarsi, poiché colui che sta per arrivare giungerà presto alla nostra porta. L'attesa ci fa uscire da noi stessi verso l'altro. 

Molti non riescono più ad attendere. Lo stesso tempo di Avvento, lo vivono già come un Natale anticipato. Ai primi di dicembre, discepoli di vetrine e marketing, già abbiamo consumato l'attesa. Sembriamo talora bambini capricciosi, che non sanno attendere la preghiera a tavola, ma devono subito gettarsi sul cibo, né di uscire fuori dal market per mangiare la cioccolata.

In tutto questo c'è qualcosa di importante: chi non sa aspettare non svilupperà un io forte, poiché diventerà succube di qualsiasi bisogno. I bisogni da soddisfare diventano predominanti su quella tensione positiva generata in noi dall' attesa. Mentre l'attesa ci ricorda che il nostro vero essere è un dono, la soddisfazione del bisogno induce a una presa rapace della realtà. Attendo il dono o lo afferro carpendolo? 

L'altra riflessione è su quando mi sento atteso. L'esperienza di sentirsi attesi da chi ci ama, ad esempio, mi fa comprendere il grande valore della persona che sono. L'Avvento vuole ricordarti ad allargare nell'attesa il tuo cuore e ad alzarti in piedi, perché sei atteso e attesa. Tu ne vali la pena. Molti ti aspettano. Dio ti aspetta, perché tu viva una vita vera. 

Da bambini ognuno attendeva il Natale secondo la tradizione locale e della propria famiglia. La cena in famiglia era occasione di aspettare l'orario giusto per collocare il Bambino nel presepe. Poi vi erano i doni. E la Messa notturna. Da bambini abbiamo imparato ad attendere il Natale. Nei bambini tali eventi si imprimono per la vita, per cui ogni attesa diviene poi di conseguenza, un attesa che rimanda alla Luce che porta il Natale: Cristo Gesù. 

Grazie per aver meditato con me. 

Mille benedizioni, p. Alfredo MI

Viceparroco nella Parrocchia S. Maria della Libera in Macchia di Monte Sant'Angelo (FG), affidata ai Religiosi Camilliani 


Tempo di Avvento I 

Colore viola 

Lezionario: Ciclo B

Le letture del giorno:  Prima LetturaIs 63, 16-17.19; 64, 1-7; Salmo 79;  Seconda Lettura 1 Cor 1, 3-9;  Vangelo: Mc 13, 33-37



Avviso: per questioni di Privacy tutte le persone che prendono @notizie e/o @foto di questo blog, per pubblicare in altri siti, sono pregate di citarne la fonte. Grazie

Share

Commenti