Dal Vangelo di oggi (Mc 13,33-37) . I Domenica di Avvento
"Vegliate dunque ...
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!".
Nelle tenebre del nostro tempo, fra persone che continuano a soffrire in ospedale per un virus implacabile e fra quanti, non in ospedale, hanno timore di contrarlo, anche il credente più fervoroso sente come un grido che gli sale in cuore, lo stesso grido rivolto a Dio che sentiamo nella prima lettura di questa Prima Domenica di Avvento tratta dal profeta Isaia: "Se tu squarciassi i cieli e scendessi!".
Già: quando Dio squarcerà i cieli e scenderà a porre fine a questa storia? Tanti se lo chiedono, mentre altri, giustamente, si chiedono come mai l'interesse umano ha generato una partita politica/economica sul miglior prezzo di vaccini già esistenti.... "Se tu, Dio, comunque, squarciassi i cieli per venire a mettere ordine in una giustizia disumana!". Ma mentre ci viene la tentazione di uno sfogo col Signore, il Vangelo ci esorta a squarciare altri muri e altri cieli: quelli del nostro torpore e della nostra rassegnazione. Gesù esorta l'uomo, lo prega, quasi gli grida di vegliare! Chi veglia è ... sveglio! Non addormentiamoci per la rassegnazione: Gesù ci esorta ad essere protagonisti di questa nostra vita, e non spettatori. Vegliare per scorgere il suo ritorno nella volontà umana di reagire all'appiattimento! Lui ritorna! E ritorna quando noi ci svegliamo!
Buon Avvento, buon inizio di anno liturgico con mille benedizioni!
P. Alfredo M.I.
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