Meditazione di Don Slawomir Skwierzynski cappellano dell'Ospedale Vannini

MERCOLEDI’ 9 DICEMBRE – Don Slawomir Skwierzynski (Ospedale Vannini) Mt 11, 28-30

Venite a me, voi tutti che siete stanchi.

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

Buongiorno a tutti, sono don Slawomir e sono cappellano presso l’ospedale Vannini.

Siamo nella seconda settimana di Avvento, e ci troviamo in un contesto liturgico-biblico molto interessante. Siamo dopo la Solennità di Immacolata Concezione, dopo la contemplazione delle meraviglie che il Signore ha compiuto in Maria. Oggi ricordiamo san Juan Diego, una persona semplice, umile cha ha avuta la grazia delle apparizioni della Madonna, conosciuta nel mondo con il titolo della Beata Maria Vergine di Guadalupe.

Il brano del Vangelo di oggi, è inserito in una cornice complessa. Da un lato rimprovero di Gesù verso le città dove lui ha compiuto molti miracoli, Corazin, Betsaida e Cafàrnao senza aver ricevuto grandi risultati, e subito dopo, la sua esclamazione di lode verso i piccoli. Dall’altro lato la pesantezza dei farisei, che rimproverano i discepoli, perché hanno avuto fame e nel giorno di sabato hanno cominciato a raccogliere le spighe e a mangiarle.

Non si può più.  Sembra che qualsiasi cosa fai, sbagli, o non la interessa a nessuno. Ma ti domandi anche: dove ho sbagliato? Che cos’è veramente importante, essenziale, dove il cuore di quello che faccio, che vivo, qual è la soluzione? Ma c’è una soluzione?

Si e no. Gesù ci lancia un invito: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Non ci dice che ci risolve tutte le complicazioni, non ci inganna con le false promesse, non dice che tutto è facile, ma ci promette che se lo facciamo insieme con Lui il giogo diventa dolce e il peso, leggero.

Viviamo il tempo difficile del Covid. Il tempo di stanchezza mentale, fisica. Il tempo della paura e dei scoraggiamenti. Il tempo che ci sta segnando in maniera forte. La nostra preoccupazione non è soltanto per noi, ma anche per tutti coloro con cui viviamo, ci incontriamo, lavoriamo.

Il Signore ci invita a deporre ai suoi piedi le nostre stanchezze, tutto quello che opprime il nostro cuore, la nostra mente. Mi ricordo uno dei tanti incontri con una delle pazienti Covid. Portava il casco per poter respirare. Dopo un breve scambio di parole, la preghiera, la benedizione con la soluzione dei peccati, la signora ha detto: Grazie padre. Ora sono tranquilla, ora si compia la volontà di Dio, qualsiasi essa sia. Fisicamente, materialmente non è cambiato nulla in quel momento, ma nel cuore entrato raggio di serenità e di pace.

Coraggio, andiamo dal Signore, impariamo da Lui che mite e umile di cuore, impariamo da tanti nostri fratelli che con pazienza e umiltà si affidano tutti i giorni alla bontà di Dio e alle nostre preghiere, e aiutiamoci a vicenda di trovare il ristoro per la nostra vita. 


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