XXIX Giornata Mondiale del Malato S. Messa in diretta da Telepace

E' stata trasmessa in diretta da Telepace la Santa Messa nella XXIX Giornata Mondiale del Malato celebrata dal nostro confratello P Sergio Palumbo e animata da Suor Maria Bernadete e Suor Maria Fernanda  delle Figlie di San Camillo, nella cappellina San Giovanni Paolo II.

Omelia 11 febbraio 2021 XXIX Giornata Mondiale del Malato 

Nella giornata in cui facciamo memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, ricorre la Giornata Mondale del Malato che fu istituita da San Giovanni Paolo Il nel 1992. 

Papa Francesco nel suo messaggio di quest'anno parla di relazione di fiducia alla base della cura dei malati, delle persone ammalate, di coloro cioè che stanno attraversando la stagione della malattia e della sofferenza. Di fiducia. Il Vangelo che abbiamo appena ascoltato, sebbene non parli di malati, mette però in risalto questi due elementi contenuti nel messaggio del Papa: la Relazione e la fiducia; lo stretto rapporto tra Gesù e la madre e la fiducia incondizionata della madre che dice ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela!" 

Non stiamo parlando certamente di quella fiducia che risponde alla logica del fidarsi è bene non fidarsi è meglio, ma di quella fiducia che fa da collante in tutte le relazioni umane. Ma perché allora è così difficile offrirla e ottenerla? Avere fiducia significa avere fede, credere in qualcosa senza averne prove tangibili. Pensiamo per esempio alla guarigione dell'emorroissa: "Se solo riuscirò a toccare il suo mantello, sarò guarita!" La vera fiducia porta in sé una qualità di profondo abbandono. Ed è allora che diventa la 
base, il presupposto di una cura che ha il fine di guarire non soltanto da un punto di vista fisico, ma sa prendersi cura dell'uomo sofferente nella sua interezza. 

Quando Gesù incontrava i malati si fermava, ascoltava, stabiliva una relazione diretta e personale con l'altro, sentiva empatia e commozione per lui o per lei, lasciandosi coinvolgere dalla sua sofferenza fino a farsene carico, si sentiva turbato profondamente quando di fronte alla tomba dell'amico Lazzaro scoppiò in pianto ... Gesù ci insegna ad essere presenti con chi soffre, a rivestirci di quella umanità che ci impedisce di girare la 
testa dall'altra parte, in una parola a "stare": una presenza talvolta anche silenziosa, più attenta ai particolari, ai gesti, alle parole non dette. Spesso il silenzio e l'ascolto profondo, diventano più terapeutici di tante inflazioni di sterili parole o di frasi consolatorie. La vicinanza, infatti, è un balsamo prezioso, che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia. 

Quanti uomini e donne si sono santificati nel servire gli infermi. Uno tra questi è San Camillo de Lellis, oggetto egli stesso di misericordia e maturato dall'esperienza del dolore, fu chiamato da Dio per assistere i malati e insegnare agli altri il modo di servir li. E per Camillo il concetto di assistenza andava ben oltre quello di assistenzialismo. Assistere i malati, nel corpo e nello spirito, nel vocabolario del gigante della carità significava premura, tenerezza, sollecitudine, giustizia. Desiderava ardentemente che i suoi religiosi 
assistessero gli infermi come una madre assiste il suo unico figlio infermo e ripeteva loro 
spesso: Più Cuore, più anima nelle mani!!! Voleva che quelle mani fossero il prolungamento del cuore palpitante di Cristo e che non smette di palpitare attraverso la nostra prossimità a chi è nel dolore ed è più vulnerabile. 

Così il comandamento dell'amore, che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli, trova una concreta realizzazione anche nella relazione con i malati. Una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno. 

Chiediamo al Signore che sia Lui la vera fonte di Consolazione e di guarigione per quanti soffrono e vivono il tempo della malattia, attraverso quanti si occupano e preoccupano per loro.








Purtroppo non abbiamo il video della celebrazione, Telepace cancella in giornata dopo la replica. 

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