Ospedale Vannini Roma, 16 aprile S. Messa in suffragio di Madre Laura

Celebrazione Eucaristica in suffragio di

Madre Laura Biondo

nel 6°giorno dalla sua dipartita il 10 aprile 2021


MONIZIONE INIZIALE
16 aprile 2021, oggi Madre Laura avrebbe compiuto 77° anni

Siamo qui riuniti oggi come comunità cristiana per vivere insieme in modo più forte la comunione con il Signore e con i nostri cari defunti, oggi in particolare con Madre Laura, nel 6° giorno dal suo ritorno alla Casa del Padre. In questa liturgia è come se anticipassimo un po’ la vita eterna ed è come se ci trovassimo nella Gerusalemme celeste, alla presenza del Signore, dei santi e di tutti coloro che sono stati uniti a Cristo con il Battesimo. Nella liturgia anticipiamo la comunione che sarà piena quando Dio sarà tutto in tutti. Per questo è molto bello e opportuno ricordare i defunti in questo momento.

Nel dolore del distacco da chi abbiamo amato, da cui siamo stati amati, in Dio, da chi ha condiviso con noi un pezzo di vita, la preghiera, la più alta preghiera della Chiesa, il Sacrificio Eucaristico, ci conforta nel profondo e rende il nostro cammino più sereno. 

Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi. (Rm 14,7-9) … in queste parole di S. Paolo vediamo in filigrana la vita di Madre Laura. 
Ricordare ciò che lei è stata per noi sue sorelle e per tutte le persone che nella sua vita ha conosciuto non vuol dire celebrarla perché essa è creatura di Dio come tutti noi, ma vuol dire celebrare Dio. Ecco quello che noi vogliamo fare …… lodare e ringraziare il Signore perché ha reso Madre Laura uno strumento per realizzare le Sue Opere. 
E non serve ora dettagliare, fare il suo profilo biografico … altri lo faranno…  perché non basterebbero questi pochi minuti e perché ognuno di voi qui presente, mentre io parlo, vede nella sua mente Madre Laura e rivive con il ricordo le diverse occasioni di incontro, di collaborazione, di condivisione, nella gioia serena, nell’impegno serio del lavoro, nella trepidazione di dar vita ad un nuovo progetto di servizio, …. Ognuno ha il suo ricordo e potrebbe venire a qui a condividerlo e lo farebbe meglio di me! I suoi studenti, la sua scuola, quell’opera bella che Dio le ha affidato … vicinanza, accompagnamento, conforto, sostegno, tutto animato dalla preghiera; tutte le opere a beneficio dei nostri “Signori e Padroni”! Le opere a servizio dei poveri, dei malati …. Il governo dell’Istituto …. le solitudini delle incomprensioni, le inevitabile divergenze  e le scelte difficili .. Tutto ritorna  a Dio che vede e giudica ogni cosa.

Sembra di vederla in questi ricordi …. Vigile, diligente, attenta, materna, cordiale, determinata, intraprendente, temeraria, fiduciosa, sobria, virile, affabile, riflessiva, umile, lungimirante, pronta, disponibile, servizievole, spontanea, energica, competente, coraggiosa, combattiva, forte, ligia al dovere, capace di mettersi in discussione, di chiedere scusa, capace di aprire il suo cuore al nuovo con discernimento ed estrema cautela per non perdere il patrimonio spirituale della tradizione. 
No, non stiamo esaltando una creatura, ma la Scrittura dice che la gloria di Dio è l’uomo vivente! E chi può avere tutto questo se non ha gli occhi fissi su Qualcuno? Non uno qualunque, ma Colui il quale rende possibile ciò che umanamente è impossibile, Colui che quando lo si trova non lo si lascia più, Colui che tra poco incontreremo Vivo e Risorto tra noi e in noi, per trasformarci in Lui e godere un anticipo di Paradiso in compagnia di colei che tanto abbiamo amato e stimato! Chi l’ha conosciuta ha potuto notare lungo gli anni, la crescita in Dio, la maturità, la saggezza, l’accettazione della sofferenza …… sì, voleva guarire, a tutti chiedeva preghiera ….. non ha forse anche Gesù chiesto al Padre di allontanare il calice amaro della sofferenza? …. Quali dialoghi tra lei e lo Sposo, quali intese, quali desideri …. Noi non possiamo sapere. La fede ci dice che la dimensione in cui lei ora vive è molto lontana dai nostri paradigmi, ma crediamo che vive in Dio ed ascolta la Voce del Maestro che le dice: 
“Vieni benedetta dal Padre mio […], perché ero malato e mi hai visitato […] ogni volta che hai fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’hai fatto a me” (cfr. Mt 25, 34-40).

La sua gioia sia la nostra!



Omelia del Molto Rev. do padre Donato Cauzzo, camilliano

S. Messa in memoria di Suor Laura Biondo – Torpignattara, 16 aprile 2021

Quando una persona cara, un familiare o un amico muore, noi cristiani ci raduniamo in chiesa a celebrare l’Eucaristia. Molte sono le ragioni: sentiamo il bisogno di pregare per la persona che ci ha lasciati, ringraziando Dio per il bene che ha compiuto e invocandone la misericordia per le sue umane fragilità. Poi per cercare luce e conforto nella parola di Dio, per rinnovare la nostra fede e la nostra speranza che la morte non è l’atto conclusivo della nostra esistenza, ma un passaggio – certo doloroso, per chi parte e per noi che perdiamo le persone care – che conduce da questa esistenza terrena a una nuova forma di vita, quella eterna. Infine per esprimere la nostra vicinanza e solidarietà a quanti sono nel dolore per la morte delle persone a loro care.

Tutti questi motivi ci hanno radunato oggi qui a fare memoria grata della nostra sorella Suor Laura, che ci ha lasciati da pochi giorni.

Anzitutto è nella Parola di Dio che noi credenti cerchiamo luce e ispirazione, in ogni momento della vita ma specialmente quando siamo confrontati con eventi dolorosi. Abbiamo ascoltato, nel passo del vangelo di Giovanni, la solenne promessa di Gesù agli apostoli, e dunque a tutti i suoi discepoli, a noi oggi: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi”. Pronuncia queste parole poche ore prima della passione e della morte in croce. Gesù, profondo conoscitore del cuore umano e pieno di compassione, intuisce lo smarrimento e il sincero dolore che gli apostoli provano di fronte alla prospettiva della sua imminente morte. Hanno paura di restare soli, di non rivederlo mai più. E li vuole consolare e rassicurare: nella casa del Padre mio è riservato un posto anche per ciascuno di voi, quello è il vostro destino ultimo. Lì sarete sempre con me. 

La morte dunque non è la fine di tutto, è un passaggio, la porta attraverso la quale raggiungiamo la nostra abitazione definitiva, il cielo. Come ha ben spiegato l’apostolo Paolo nella prima lettura, siamo certi che “colui che ha resuscitato il Signore Gesù , risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui (…). Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena (…) riceveremo da Dio un’abitazione (…) eterna, nei cieli”.

Questa è la nostra fede, la certezza che ci sostiene e ci consola pur nel dolore per il distacco dalle persone che abbiamo conosciuto e amato.

Tante e tanti di voi qui presenti hanno conosciuto Suor Laura meglio di me. Io l’ho incontrata a metà degli ottanta quando mi ha invitato ad insegnare nella Scuola infermieri dell’ospedale, che lei dirigeva. Era stata lei stessa brava infermiera, e dunque ben sapeva come formare gli alunni al futuro servizio accanto ai malati. L’ho frequentata per diversi anni. Ho visto come sapeva trattare bene con le giovani consorelle e anche con gli insegnanti e con gli altri giovani che frequentavano la scuola. Aveva in particolare una sollecitudine veramente materna verso le consorelle ammalate, e anche per i sacerdoti malati, tra loro anche confratelli camilliani, aiutandoli nel programmare visite mediche o favorendone il ricovero in ospedale, dove erano trattati con speciale attenzione. Tutti trovavano in lei un sicuro riferimento, e ogni porta si apriva grazie al suo interessamento.

Anni dopo ci siamo un po’persi di vista, quando Suor Laura è stata chiamata a responsabilità ancora maggiori, prima come membro del Consiglio generale della Congregazione e poi come Superiora generale per ben due sessenni. In quegli anni la situazione generale della sanità era diventata sempre più complessa, e Suor Laura ha potuto mettere a frutto le sue notevoli capacità come amministratrice delle opere sanitarie della Congregazione, portandole a importanti sviluppi. Ha avuto anche la lungimiranza di avviare a studi specialistici alcune giovani suore, per qualificare la loro preparazione nel campo pastorale e teologico e anche nelle scienze sanitarie e dell’amministrazione, sempre in vista di una migliore e più efficace testimonianza del carisma dell’Istituto, la misericordia verso gli infermi.

Credo siano stati gli anni più faticosi per Suor Laura, quelli della responsabilità della guida sull’intero Istituto, già diffuso in tante parti del mondo, con situazioni complesse e mentalità differenti. Un certo modello di esercizio dell’autorità e dell’obbedienza, da lei assimilato negli anni della formazione e da chi l’aveva preceduta, doveva confrontarsi con visioni culturali e personali diverse delle nuove generazioni e dei diversi contesti geografici. Da qui una fatica che l’ha certamente messa alla prova, minando forse anche la sua salute. 

Per il tantissimo bene che Suor Laura ha effuso nella sua lunga vita di consacrazione a Dio e di servizio ai malati e alle consorelle, ringraziamo oggi il Padre celeste e gli chiediamo di donarle il premio che lui riserva per chi gli è fedele, perdonando nella sua misericordia quanto in lei avesse bisogno di essere perdonato e accogliendola nella sua casa.

Tornando al passo del Vangelo ascoltato, mi piace ricordare una frase di Chiara Lubich: «Il Paradiso è una casa che abiteremo lassù ma che costruiamo quaggiù». Che il ricordo e l’esempio di Suor Laura ci ispirino per usare bene del tempo che ancora abbiamo per prepararci a meritare di occupare un giorno quel posto che Dio ha riservato nella sua casa per ciascuna e ciascuno di noi.

Testimonianze

Non è facile trovare le parole giuste per ricordare Madre Laura Biondo.
Dalla fine degli anni ’80 ho avuto il privilegio di incontrarla. Si .l’ho conosciuta poi negli anni come Direttrice della Scuola Infermieri, come Superiora della comunità romana, poi come Madre Generale e come Madre Emerita.

Ho avuto la fortuna di seguire molta parte del sua vita religiosa, e conoscerla come testimone appassionata della sua vocazione..

Nella mente, in questi giorni, è forte l’immagine del suo sorriso dolce, degli  occhi pieni di bontà e vivacità.
La dolcezza, la bontà e vivacità profusi nell’impegno alla vita cristiana scelta che testimoniava con convinzione , trasmettendo a chiunque la incontrasse, l’esempio di come si possa dedicare la vita a  Cristo e di come si sia capaci di vedere Cristo in ogni malato. Pensavo sempre e lo dico sempre a mia figlia Beatrice, insieme a mia madre Maria, a lei profondamente legata: Madre Laura è una vera Suora. E’ una frase semplice ma piena di significato in un mondo , laico, in cui vale molto l’apparenza e poco la sostanza. Ha avuto anche lei la fortuna di conoscerla qualche anno fa. Direi proprio che sono stata onorata di poterle presentare mia figlia. Nutro per Lei l’affetto terreno di un caro componente della mia famiglia unito al profondo rispetto per una persona cosi Carismatica. 

Ricordo, nei lontani inizi degli anni ‘90 quando giovane medico, insegnavo alla scuola infermieri e , a volte quando arrivavano giovani novizie , appena giunte a Roma, facevo un colloquio e visita a scopo preventivo  le accompagnava tutte Lei con estrema dolcezza ed affettuosità presentandole amorevolmente e , parlando al loro posto nel caso ci fossero problemi legati alla comprensione della lingua italiana, con fare protettivo. Le spingeva a seguire la meravigliosa vocazione spiegando come viverla con dedizione e gioia per mettere sempre “più cuore in quelle mani”. Ho avuto la fortuna di vederla nelle corsie dell’Ospedale Vannini, a Roma, testimoniare l’amore sempre presente di Cristo verso gli infermi.

Aveva estrema dolcezza nell’accogliere le più giovani senza dimenticare di accudire, con profondo rispetto le più anziane, educando le più giovani a seguire il suo esempio, con la sua testimonianza diretta, anche se nella veste di Superiore o Madre Generale. Testimoniava in ogni momento e luogo della terra, dove i numerosi viaggi l’hanno portata, la devozione al malato, la devozione al più debole negli ultimi anni si è dedicata all’assistenza degli anziani, aprendo varie case per loro,  che spesso festeggiava dicendo…sono i nostri padroni.  

Ha dato molto impulso alle scuole per infermieri divenute negli anni corsi universitari.. aveva capito subito che per forgiare  e preparate allievi validi, per assistere bene i malati si doveva fare lo sforzo di crescere nella competenza , di essere al passo con le tecnologie. Il binomio “scienza nuova carità antica” che descrive l’Ospedale M.G.Vannini.

Cercò il meglio per la Scuola Infermieri di Roma fino a crearne una di alto livello con professionisti di alto profilo. Quelli di loro che negli anni per opportunità di lavoro si sono trasferitisi in altri ospedali romani sono professionisti esemplari sia da un punto di vista tecnico che umano. Veri Angeli di Professione.
Era molto forte, vivace, non aveva paura nell’affrontare situazioni più grandi di lei e personaggi importanti e potenti. Cercava la forza nel Signore, confidava nell’aiuto dei Fondatori di cui è stata fervida credente e tanto ha lavorato e testimoniato per portarli agli onori degli altari.

Davanti alle difficoltà, di vario tipo, non si arrendeva facilmente cercava sempre di approfondire le questioni analizzando tutte le possibili opzioni trovando la soluzione migliore….poi sapeva arrendersi alla volontà di Dio e lasciava spazio ai sentimenti della più dolce delle Madri , verso tutti, nessuno escluso. In quei momenti si aveva la percezione che fosse il tramite per accettare le sofferenze del Cristo. In quei momenti era la Madre spirituale. La guida spirituale.

Non ha mai dimenticato gli affetti familiari, la sua cara sorella che quando ammalata assisteva amorevolmente. 
Possiamo dire che ha incarnato perfettamente quello che troviamo decritto nella pagina di presentazione della missione propria delle Figlie di San Camillo che è di testimoniare l’amore sempre presente di Cristo verso gli infermi, nel ministero spirituale e corporale esercitato anche con rischio della vita. Lei l’ ha pienamente realizzate umanamente. 

Portava con fierezza l’abito delle Suore Figlie di San Camillo e chi l’aveva davanti, guardando la grande croce rossa, ed il suo sguardo, ne aveva rispetto a volte anche timore ma subito simpatia e calore umano. Diciamo che con la sua gioia, fermezza, dolcezza unita ad autorità, riusciva ad aprire tutte le porte. Con la sua solarità e allegria era un vulcano di idee, amava organizzare appena si presentava l’occasione, feste della comunità, manifestazioni, coinvolgendo un po’ tutti, proprio per valorizzare la gioia della missione e testimoniarla per questo, sempre seguendo lo spirito dei Fondatori ha espanso nel mondo i campi di attività. Era molto fiera quando si organizzavano convegni scientifici in sede e veniva mostrato anche il lavoro tecnico e culturale scientifico svolto in Ospedale. 

Si racconta nella biografia che Padre Luigi Tezza quando fondò insieme alla Madre Vannini il nuovo Istituto volle arricchire con la dimensione femminile il carisma camilliano: la sensibilità, la generosità, la delicatezza, la capacità di ascolto l’accoglienza, l’intuizione, la capacità di farsi carico dei bisogni altrui, la disponibilità ad offrire il proprio aiuto, in poche parole una innata maternità. 

Tutto ciò insieme alla esortazione a fare “in ogni cosa il massimo di noi stessi” non possono che farmi pensare a  Madre Laura, la nostra Cara Madre Laura che è stata capace, nella sua vita terrena, di coglierne il vero significato dedicandosi appieno al servizio per il prossimo. Peccato per chi non ha avuto la fortuna di conoscerLa. Spero ne seguano comunque l’esempio e che il suo ricordo resti vivo.
Sicuramente è vicina ai Fondatori e ai tanti amici che avrà ritrovato alla Casa del Padre e continuerà a proteggerci dall’alto ma da essere umano e terreno il mio cuore è pieno di dolore.

Un Abbraccio a tutta la Comunità
dott.ssa Paola Andreozzi 

 Isabella infermiera è stata allieva di Madre Laura


A Madre Laura 

Il nome dice il compito, un tempo il nome doveva rappresentare la persona, il suo compito, la sua essenza spirituale, la sua caratteristica e capacità. 

Per gli uomini e le donne che ci hanno preceduti era assolutamente normale poter cambiare nome più volte durante la vita, a seconda della loro evoluzione spirituale, dello sviluppo delle competenze e del loro
compito. 

Madre Laura non aveva bisogno di tutto questo, il suo nome Dafne e Lairos in greco significa alloro o esuberante, indica l'albero sacro al Dio Apollo simbolo di gloria e sapienza, di vittoria per i combattenti e di saggezza per i filosofi, e per i cristiani indica la corona del martirio. 

Chi porta questo nome è una persona determinata e coraggiosa, con carattere vivace, mente aperta, veemente e appassionata. 

Tutto questo lo ritroviamo nella sua figura di religiosa e creatura umana. 

Proprio qui dove siamo oggi, abbiamo organizzato insieme tanti incontri scientifici, l'etica professionale e la formazione scientifica del personale erano la sua fonte d'ispirazione e sapeva trasmettere la passione del pensiero e la tenacia dell'azione. 

Ho imparato da lei la cura dei dettagli, la determinazione nel condurre i progetti e che la visione non basta se non possiedi la veemenza di giungere all'obiettivo, il fuoco, si questo ho imparato da Madre Laura, di metterci qualcosa in più oltre la scienza, i libri, il dovere, metterei il cuore quello che a volte teniamo in soffitta e ci vergogniamo un po' di mettere in campo. 

Sono onorato di aver potuto lavorare con lei in Ospedale, e se sono ancora qui, se questo Ospedale si è alimentato di conoscenze scientifiche e si è aperto al vasto panorama sanitario della cura e dell'assistenza qualificata, lo dobbiamo anche a lei, che ha testimoniato con il suo impegno che è possibile farcela sempre oltre le difficoltà e gli ostacoli. 

"Chi fa lo verità viene verso lo Luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".

E Madre Laura ha vissuto nella verità del suo nome e nello stile del suo compito di vita. 
Dott. re Lino Volturo



Cara Madre Laura con l'affetto di sempre Le rivolgo un arrivederci ed un grazie di cuore sia da parte di tutte le persone che hanno avuto modo di conoscerla e lavorare con lei, sia da parte di quelle persone che oggi lavorano in questo Ospedale e che La conoscono per quello che Lei ha fatto. . 

Quando penso a Madre Laura non ho solo presente la direttrice della Scuola Infermieri, o la Consigliera di Madre Serafina e suor Terenzia o la Madre Generale che spesso era all'estero per visitare le altre Case Generalizie portando Loro le sue competenze, per me Madre Laura era la guida nelle vicissitudini lavorative che con il suo sorriso cercava sempre di rassicurarmi ad andare avanti, ma nello stesso tempo non si scordava mai di chiedermi con affetto e delicatezza notizie della mia famiglia iniziando da papà e fratello, sorella ecc. 

Grazie di cuore Madre Laura per essere stata sempre presente, di non essersi mai fermata di fronte agli ostacoli ma di averli superati con tenacia e fermezza tanto da aver fatto ottenere diversi riconoscimenti al nostro Ospedale. 

Il suo esempio in questo momento in cui tutt'è diventato difficile ci sarà di aiuto. E sicura della sua continua vicinanza riporto una frase di Sant'Agostino: 

Quelli che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri occhi pieni di lacrime.

Dott.ssa Daniela Zigari



Un ringraziamento speciale va alla cara Madre Laura nostra insegnante nella scuola per infermieri e ottima guida per il nostro cammino professionale. 

Ricordi indelebili rimarranno nei nostri cuori, le giornate trascorse insieme ai ritiri spirituali tra chicchere e sorrisi e trasmetteva a tutti noi una ricarica spirituale nel nostro impegno al servizio del prossimo. 

É riuscita con il suo modo e i suoi sorrisi a tranquillizzarci per sino nel giorno della nostra tesi di Laurea. 

Vogliamo tutti noi ricordarla in questo modo con tanta gratitudine e riconoscenza.

Sabine Concetta Ciccia - Infermiera



Con grande piacere ed emozione, sono chiamato qui a parlarvi della nostra cara Madre ma non in veste di operatore del nostro ospedale, perché in quanto tale, sarebbe stato più facile, ma come amico. 

Sì posso dirlo tranquillamente, con la Madre, ma prima con suor Laura si era instaurato un sincero rapporto di amicizia duraturo nel tempo, sono appena 40 anni che faccio parte
dell'istituto, e da subito è nata una profonda stima reciproca sia a livello professionale che umano. 

La sua vicinanza in alcuni momenti difficili che abbiamo attraversato in passato, durante alcuni problemi di salute che hanno coinvolto i miei figli, hanno evidenziato questo suo aspetto umano, vedendola sinceramente coinvolta dagli eventi e pronta a consolarci con la sua presenza e le sue preghiere. 

40 anni non sono pochi e tra alti e bassi la vita è continuata, ma non posso scordare la sua sorpresa e felicità averci visto arrivare a Salamanca contenta essere certa che ha sempre fatto parte della nostra famiglia.

Persona dal carattere forte, determinata ma di una sensibilità notevole, tosta al punto giusto per combattere come ha sempre fatto non solo durante i diversi scambi verbali ma anche con gli eventi a cui, nel tempo, ha dovuto tenere testa.

Conserverò sempre un bellissimo ricordo di Madre Laura e mi rattrista il pensiero che non ci sia più, ma sono convinto che quando ripenserò quanto da lei commentato, proposto ed insegnato ringrazio Dio di avercela donata. 

Possa godere ora della pace eterna, noi pregheremo per te. 
Tu prega per noi.

Antonino Pollio Tecnico Laboratorio 



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