Festa della Madonna della Salute Memoria camilliana

16 novembre Festa della Madonna della Salute


Oggi la grande famiglia camilliana festeggia e onora la Vergine Maria sotto l'invocazione Maria Salute degli Infermi.

In questo tempo speciale chiediamo alla nostra Mamma del Cielo la sua intercessione per tutti gli ammalati, in particolare quelli soli, abbandonati e più bisognosi.

Alcuni accenni storici

[...] Dalle polveri dell'Archivio emerge una pubblicazione del 1869 dedicata alla «Arciconfraternita di Maria SSma Madre della Salute» così presentata: «L'idea qual fu concepita si esegui: e la Pia Unione sotto l'invocazione di
Maria SSma Madre della Salute, e dei SS. Giuseppe di Lei Sposo, e Camillo De Lellis, veniva eretta in Roma nella Chiesa di S. Maria Maddalena dei PP, Ministri degl'Infermi nel di 15 Giugno 1860 con approvazione e Rescritto dell'Emo Card. Costantino Patrizi Vicario Generale della Santità di Pio Papa IX. 

Quanto questa fosse di gradimento ai fedeli, e giovevole, allo scopo, a cui si dirigeva bene addimostrar si potrebbe colla gara suscitatasi tra i devoti nel celebrare con una pompa veramente solenne il secondo
Centenario della Incoronazione della Immagine in discorso, fatta già dall'insigne Vaticano Capitalo nell'anno 1668.... (omissis) gli omaggi della loro divozione; quali per verità si appalesarono maggiori per numero, e più belli per la intensità dello affetto.

E fu appunto alla vista del rinnovato, e sempre crescente concorso all'Altare di Maria, che un Fratello dei già nominati Ministri degl' Infermi, per nome Ferdinando Vicarj concepì l'idea di stringere quei devoti con un vincolo religioso, fondando una Pia Unione, che s'intitolasse di Maria Madre della salute. 

E poiché scopo della medesima avrebbe dovuto essere procurare ai fedeli un valevole patrocinio onde riportare la salute non solo del corpo, ma principalmente quella eterna dell'anima, della quale solennemente decide l'ultimo istante.. della vita, la morte; cosi è che alla prima idea, altra ne succedeva quella cioè di aggiungere al patrocinio della Vergine intercessione dei SS. Giuseppe di Lei Sposo, e Camillo De Lellis, principali protettori, come ognun conosce, della morte....» 

[...] La pubblicazione inizia con notizie del Quadro donato dalla Nobile Donna Romana alla morte di San Camillo (1614), e dei primi 200 anni di grande devozione del Popolo Romano che elesse la Parrocchia di S. Maria Maddalena come Santuario [...] 

 Motivazione Teologica

[...] L’agire del P. Camillo era fondato su profonda motivazione teologica, che un suo diretto allievo, il P. Giovanni Battista Novati, dai contemporanei stimato “Alter Ego Camilli”, tradusse in altissima e finissima Teologia quanto il Fondatore viveva e ispirava [...] E il Novati nel presentare i rapporti esistenti tra la Madonna e l’Ordine, precisa la natura e lo scopo dei Ministri degli Infermi di essere accanto all’uomo infirmus nella sua ultima battaglia, con preghiera e Sacramenti perché fortificato dalla grazia possa vincere i demoni e rendere vane le tentazioni estreme, evidenziando che il pericolo di dannazione eterna è forte
per quanti non hanno vicino chi li aiuti in quegli istanti.

Nello stare della Madonna ai piedi della Croce durante la Passione e morte del Figlio, il Novati vede l’Antesignana e il modello dei Ministri degli Infermi. Sul Golgota la Madre di Dio fu la “vessillifera” dell’Istituto. [...]

[...] Sotto la Croce, la Madonna tutta immersa nella Passione del Figlio, mentre muore versando il suo Sangue prezioso. Anche il Ministro degli Infermi deve continuamente essere immerso nel Cristo Crocifisso, meditando la sua passione, morte e sangue, nei quali sta ogni speranza di vittoria. 

E’ a questo livello che i Ministri degli Infermi devono elevare e sorreggere il malato. Quanto più Satana preme per trascinarlo alla disperazione, oscurandogli il Sangue del Cristo sparso per i peccati dell’uomo, tanto più essi devono proporlo come antidoto e controveleno alla disperata tentazione, ricordando senza sosta il suo immenso valore redentivo.

Questo metodo di azione pastorale è stato lasciato in eredità dal Padre e Fondatore Camillo, che negli ultimi giorni della vita si è fatto dipingere un Cristo Crocifisso dalle cui piaghe sgorgava abbondante sangue. Il Religioso di Padre Camillo deve ricordarsi di invocare frequentemente la Madonna in aiuto dei moribondi, né deve spaventarsi del ruolo che deve svolgere, perché accanto a lui c’è sempre Lei, la Regina degli Angeli che può anche mandare un Angelo a consigliarlo.

Il P. Giovan Battista Novati sostiene che ogni Ministro degli Infermi, per un coerente esercizio del ministero di assistenza ai moribondi, deve imitare la Vergine ai piedi del Figlio morente sulla Croce. Il Novati riserva quasi metà del secondo volume della sua opera a studiare e illustrare le virtù della Madonna, e sviluppa anche il modo concreto in cui ogni cristiano deve riprodurle in sé.

L’opera del Novati si chiude con l’invito a consacrarsi totalmente alla Madonna, pronunciando l’atto di schiavitù. Atto che va rinnovato spesso, almeno la mattina e la sera, e che è reso più efficace e manifesto, se viene indicato attraverso un segno esterno, così come gli armenti sono segnati a fuoco dal marchio del padrone: il segno che mostra a tutti questa condizione di schiavitù. 

Questa proposta del Novati anticipa quanto successivamente S. Luigi Maria Grignon da Monforte (1673 1716) renderà popolare e diffonderà universalmente. E questa è la mirabile formula di consacrazione che propone: 
“Santa Maria io Ti eleggo oggi per mia Signora e Padrona, 
e fortemente scelgo e propongo di non abbandonarti mai 
e di non permettere mai, per quanto mi sarà possibile, 
che alcuno contro il Tuo onore agisca con qualsiasi atto, 
o dica del male. 
Ti prego dunque di prendermi come tuo servo e
schiavo in perpetuo, e di assistermi in ogni mia azione, 
e di non abbandonarmi nell’ora della mia morte. Amen”

Immagine sposta nella Chiesa di Santa Maria Maddalena

Dipinto che fa riferimento alla storia del quadro e i padri camilliani

La Storia di un  Quadro:

La signora Settimia De Nobili, moglie al Sig. Giovanni Paganelli, cittadino romano, teneva in grande venerazione, in una delle stanze della sua casa, il quadro della Madonna. Non è detto da quando e come l’avesse avuto ma durante la lunga infermità la pia gentildonna trovava il suo maggior conforto pregando continuamente sotto lo sguardo della devota immagine.

La gentildonna era stata assistita nella sua infermità dal padre Cesare Simonio, zelante Ministro degli Infermi, cresciuto alla scuola di san Camillo, cui era particolarmente caro per il grande amore ai malati e alla Madonna. P. Simonio fungeva anche da rettore della chiesa della Maddalena, ma il suo compito maggiore era l’assistenza ai morenti nelle loro case.

Il padre Simonio, chiamato a visitare l’inferma per confessarla e confortarla, restò preso da grande ammirazione e devozione per il bel dipinto, esprimendo alla fine il parere e il desiderio di metterlo, quando che fosse, alla pubblica venerazione nella chiesa della Maddalena.

La signora si disse disposta a cedere l’immagine, ma solo dopo la morte. È verosimile – e qui la storia documentata cede il posto alla tradizione e alla facile interpretazione del cronista – che p. Simonio chiedesse notizie riguardo tale quadro. Venne così a sapere che il prezioso dipinto era stato di Pio V (1566-1572) l’aveva custodito presso di sé, nelle sue stanze, in Vaticano. Di conseguenza si cominciò a pensare e dire che la stessa immagine fosse quella dinanzi alla quale il santo Pontefice, pregando, avrebbe conosciuto l’esito della vittoria di Lepanto 7 ott. 1571.

È comunque probabile che trattandosi di un motivo o soggetto iconografico (Madonna di S. Luca) largamente diffuso, la tradizione sia, in effetto, più legata a san Pio V che, determinatamente, con fondata certezza, a questa o altre copie.

La storia riprende con sicurezza il suo cammino, dal giorno in cui l’immagine fu affidata alla chiesa della Maddalena e ai religiosi di san Camillo.

Con atto notarile del 19 febbraio 1614 la signora Settimia De Nobili dispone di lasciare, alla sua morte, alla chiesa della Maddalena dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, il quadro della Madonna col Bambino Gesù sul braccio sinistro. 

La devota immagine – si stabiliva – deve essere consegnata ai Padri prima dei funerali della stessa donatrice.

La signora Settimia moriva il 25 maggio 1616, assistita fino all’ultimo respiro dal p. Cesare Simonio, L’indomani, in ossequio alle sue disposizioni, il quadro della Madonna fu portato alla chiesa della Maddalena e collocata all’altare maggiore.

Ringraziamo padre Felice P. Ruffini, religioso camilliano per il materiale inviato!


Per sapere di più 




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