Trento S. Messa saluto alle reliquie del Beato Luigi Tezza presso Ospedale San Camillo

7 gennaio 2023. Ospedale San Camillo – Trento 

 
Omelia di padre Fausto Negri, religioso camilliano

Questa pagina è il trionfo della GRATUITA’! 
Contro ogni malinteso, contro ogni fraintendimento, Gesù dice chiaramente che non è la reciprocità ma la GRATUITA’ il cuore del suo messaggio. 

Gesù, non ci ha chiesto di amare lui; ma di amare gli altri, di “amarci gli uni gli altri!”. 
Non dice: “come io vi ho amato” voi amate me, ma amatevi tra di voi; non chiede niente per sé Gesù, non chiede contraccambio, ai suoi discepoli chiede solo di essere gratis! 
Non possiamo amare nella misura in cui gli altri ci amano, perché nel momento in cui ci amano di meno cosa facciamo? Amiamo di meno anche noi? 
Gesù non ha amato di meno, ha amato, e basta!

L’AMORE non è una teoria, una legge o un comandamento nel senso antico-testamentario del termine: l’amore è una PERSONA! GESU’! 
E vivere la carità, vuol dire, vivere in riferimento a Lui.  
Si è discepoli nella misura in cui non idealizziamo l’amore, ma proviamo a viverlo, ad incarnarlo. 

E’ quanto fece nella sua vita il Beato Luigi Tezza, che (nel 1892) fondò, insieme a Madre Giuseppina Vannini, le figlie di San Camillo.

P. Luigi era un autentico figlio di San Camillo. 

Nell’ospedale S. Giovanni dove viveva, al mattino quando si alzava, apriva la finestra e respirava profondamente. A chi gli domandava il perché di tale consuetudine rispondeva che voleva riempirsi i polmoni del “profumo di carità” che saliva a lui dalle finestre della sottostante corsia.

Egli sviluppo con la fondazione del nuovo Istituto, la dimensione femminile del carisma camilliano (testimoniare l’amore di Cristo verso gli infermi), arricchendolo di espressioni che sono proprie della donna: la sensibilità, la generosità, la delicatezza, la capacità di ascolto, l’accoglienza, l’intuizione…, in una parola: un’innata carità.

I Santi, hanno saputo fare delle loro vite, dei veri capolavori. Così anche il Beato Luigi che fu un uomo con i piedi per terra, non solo perché totalmente immerso nelle vicende e nella storia del suo tempo, ma soprattutto perché il filo che unisce tutto l’itinerario complesso della sua vita, fu l’amore misericordioso verso gli ammalati e la promozione della salute del suo prossimo.

Nella pratica del ministero verso gli infermi, il Beato Luigi mostrò, oltre ad una grande dedizione, anche spiccate capacità organizzative, doti che si manifestarono in modo eccelso a Lima, dove per esempio elaborò un piano ambizioso, con l’istituzione di una cappellania in grado di rispondere alle necessità pastorali dei cinque ospedali e ospizi della città.
Credo sia sempre stimolante per noi, riscoprire in Padre Luigi, la sua creatività, unita alla carica profetica. 

Desidero concludere, con alcune parole autografe che il Beato Luigi Tezza scrisse alle sue amate figlie il 15 luglio 1898:

“Ricordatevi che per noi non vi è miglior modo di glorificare il n.s. padre che sforzandoci sempre più di diventare suoi veri figli colla imitazione  pratica delle sue rare virtù. Oh! Siate dunque sempre meglio le vere e fervorose Figlie di S. Camillo; il vostro solo nome racchiude tutto ciò che dovete fare e dovete essere dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. Figuratevi, massime in questi giorni, di udire il n.s. padre ripetervi, come S. Paolo ai suoi discepoli: Siate, figlie mie, le mie imitatrici come io lo sono di Gesù e camminate nel vero spirito di santa dilezione fraterna, amandovi come Gesù vi ha amate e vi ama fino al sacrificio di se stesso.

Ricordatevi che la vera carità, che dev’essere la vostra, è paziente e benigna, non è invidiosa, non agisce mai con alterigia o dispetto, non si gonfia mai di vana ambizione, non cerca mai il proprio interesse...

Siate animate tutte di tal carità quale ce la propone S. Paolo, così, fra di voi altre come nei rapporti col resto del prossimo, affine di predicare e in questi giorni e sempre al cospetto degli angeli e degli uomini il più bel panegirico del n.s. padre che secondo il linguaggio di s. Chiesa fu da Dio decorato della prerogativa di carità al tutto singolare: Singolari caritatis praerogativa decorasti. Così sia…”.
Padre Fausto Negri, religioso camilliano


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