Grottaferrata Solennità dell'Immacolata rinnovazione dei voti di 5 sorelle

Solennità della Beata Vergine Maria Immacolata

Durante la celebrazione eucaristica presieduta dal nostro cappellano padre Elie Bouda, religioso camilliano hanno rinnovato i santi voti religiosi:
Sr. Barbara Wyny Carvalheira Da Silva, Sr. Mary Stefy John, Sr. Paula Vanusa Almeida, Sr. Asanta Nayak e Sr. Ida Anaiz Flores Ramirez, nelle mani della Vicaria generale Sr. Laura Cortese.

In questo giorno 8 dicembre 1591 San Camillo con altri 25 suoi compagni pronuncio i voti solenni; nel 1858 il Padre Luigi Tezza e nel 1895 Santa Giuseppina Vannini, emettono i voti solenni.

Video frammenti della celebrazione

Omelia

L'Immacolata e la prima solennità che incontriamo nel cammino del nuovo Anno Liturgico.
È la festa della bellezza, la festa della speranza. Oggi noi ci allietiamo con tutta la Chiesa per una grande verità della nostra fede: c'è una donna, una di noi, che, in virtù della redenzione di Cristo, e è stata preservata da ogni contaminazione di colpa lungo tutto l'arco della sua esistenza, fin dal primo istante in cui la vita ha cominciato a palpitare nel grembo di sua madre.

Maria è stata così piena di grazia, cioè così colma della purezza, della ricchezza, dell'amore di Dio, che nessuna macchia di peccato, neppure la più piccola, ha mai trovato spazio nel suo essere e nel suo agire. Anzi, non ha trovato posto in lei neppure il “peccato originale”, cioè quella misteriosa deformità che ha tutte noi figli di Adamo segna e guasta l'ingresso nell'esistenza. (cfr. Giacomo Biffi)

Questa antica convinzione della Chiesa e maturata nei secoli, tenacemente custodita nel cuore dei fedeli, fino a quando l'8 dicembre dell'anno 1854 il Papa Pio IX dichiarò “dogma cattolico” cioè verità di fede, la Concezione Immacolata della Beata Vergine Maria.
La prima Lettura e il Vangelo di questa messa ci hanno presentato come due quadri contrapposti: il quadro della prima colpa e del suo castigo e il quadro dell'annunciazione che Come l'inizio della rivincita di Dio e della restaurazione umana. 

Un mistero di oscurità e di tristezza, un mistero di luce e di grazia. Questa prima costatazione ci introduce in una considerazione più profonda: Le due donne - Eva e Maria - incarnano due modi radicalmente opposti di pensare e di esercitare la propria libertà.

Eva - dicendo il suo Sì al serpente che la tentava - ha detto di “no” al Creatore. Da quel “no” è cominciata La tirannia del male, e ciascuno sente vibrare le imposte conseguenze di quel rifiuto di Dio nelle molteplici inclinazioni al male che avverte in sé e nei suoi effettivi peccati.
La strada di Eva porta inevitabilmente alla delusione e allo sconforto: «Il serpente mi ha ingannata» - confessa con amarezza la donna. Aveva cercato nella colpa la scorciatoia alla felicità e si ritrova nella desolazione.

 È stato un miraggio tragico, questo che continua ad ingannare gli uomini lungo tutta la storia del mondo.
Al “no” di Eva Si oppone l'intenso e limpido “Sì” di Maria. L'abbiamo riascoltato espresso dalle parole semplici ed immense del Vangelo di Luca: «Ecco … avvenga per me secondo la tua parola».

Un antico Inno liturgico giocando con le parole e facendoci notare che “Ave” è letteralmente il contrario di “Eva” ribadisce poeticamente questa luminosa verità, dicendo: « L’“ave” del Messo celeste greca l'annunzio di Dio, muta la sorte di “Eva”, dona al mondo la pace».
A questo “sì” noi partecipiamo ogni volta che accogliamo i suggerimenti e gli impulsi dello spirito di Dio e ci decidiamo coraggiosamente per il bene rendendoci così meno somiglianti ad Eva, più simile a Maria. 

Ma, in verità, questa operazione spirituale, quella del di sì a Dio e dirti no al male, non è semplice. Tutti quanti abbiamo detto di sì un giorno alla chiamata di Dio e fra poco queste nostre cinque sorelle diranno ancora di sì alla chiamata di Dio. Purtroppo l'istante che segue il nostro Sì è già sottoposto agli assalti del maligno.
L'Immacolata ci insegna che è perché lei amava tanto che non c'era più posto nel suo cuore per il peccato, anche noi per rimanere costanti nel nostro Sì dobbiamo imparare ad amare come Maria, seguendo i passi di San Camillo che in questo giorno si ricorda il suo definitivo Sì a Dio, nel suo amore per i malati si nasconde il segreto della sua santità.

Quindi care Suore Maria Ida Anais, Maria Paola Vanusa, Maria Barbara, Maria Assunta e Mary Steffy amate e poi fate tutto quello che volete diceva Sant’Agostino. Le preghiere della Vergine vi accompagnano ogni giorno nel vostro cammino e per intercessione di San Camillo, Santa Giuseppina Vannini e del beato Luigi Tezza possiate un giorno essere associati agli angeli per cantare in eterno le meraviglie di Dio.

Sr. Ida Anaiz, Sr. Assunta, Sr. Paula, Sr. Mary Steffy e Sr. Barbara















Sr. Barbara, Sr Laura (vicaria generale), Sr. Mary Steffy, Sr. Paula, Sr. Assunta e Sr. Ida Anaiz




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