Meditazione Novena di Natale Terza Meditazione: IL GIUSTO

“Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme!

"Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino,
un puledro figlio d'asina.”

     Sorelle carissimo, nel terzo giorno della novena di Natale, soffermiamoci sulla parola
“GIUSTO”. Viene il Giusto! Ristabilirà ogni giustizia! Viene per i peccatori senza dubbio, ma per invitarli alla giustizia. Come la folla che si rivolge al Precursore, siamo costretti anche noi a chiederci: Che cosa dobbiamo fare? Risponde il Battista: siate Giusti. Fate quello che è GIUSTO! Scegliete la giustizia! Sono giusto? Sono un giusto? Identità e azione, essere e fare, tutto in giustizia.

      Tra i testimoni d'Avvento, tra coloro che rendono, «testimonianza alla luce» (Gv 1,7.8) e ci accompagnano al Natale, entra Giuseppe, uomo giusto che sogna e ama, non parla e agisce. Entra in crisi per quello che succede a Maria sua amatissima sposa e vive il conflitto tra la legge di Dio che ribadisce più volte: toglierai di mezzo a te il peccatore (cfr Deut 22,22) e l'amore per quella giovane donna. Questo uomo di silenzio, non parla ma sa ascoltare i sogni che lo abitano: l'uomo giusto ha gli stessi sogni di Dio. Giuseppe fece come gli aveva detto l'angelo, sceglie l'amore per Maria, perché «mettere la legge prima della persona è l'essenza della bestemmia» (Simone Weil).

      Chi è giusto? Come fare il giusto? Il Giusto, nella spiritualità biblica antico-testamentaria, è l'uomo che si conforma costantemente alla Volontà di Dio, costi quello che costi. La figura di Giuseppe ci insegna che la giustizia in questo caso ha a che fare con l’attenzione a non umiliare gli altri quando sbagliano. La giustizia consiste per lui nel non fare il male e nel non permettere che il male venga fatto attraverso una sua azione anche conforme alla legge. Il giusto sa che la giustizia è oltre ogni legge. La giustizia perfetta è legge a se stessa. Giustizia perfetta è trovare sempre il più grande bene per tutti. Chi deve assolvere ad una missione divina, soprannaturale, non può avere pensieri se non di purissima bontà, giustizia, verità, santità.

      Sorelle, meditiamo oggi sul giusto, su quello che è giusto su come fare il giusto! 
È giusto salvare la legge invece della persona? È giusto identificare o condannare l’altro alla sua fragilità? È giusto essere fonte di diffusione dello scandalo altrui? È giusto salvare la propria immagine, la propria fama e esporre l’altro anche se è responsabile? È giusto stabilire una scala di valore nella stessa famiglia, nella stessa comunità? È giusto credere
di servire il Signore con la pretesa di essere l’unico garante della sua legge? È giusto apprezzare l’altro secondo i sentimenti personali? È giusto tradire un’amicizia, una confidenza, una famiglia, una comunità? È giusto obbedire secondo le persone? 

“Cercate di essere veramente giusti” (Deuteronomio 16, 18-20), cerchiamo di essere veramente giusti. Solo il giusto può essere uno strumento utile e efficace di Dio, solo il giusto può percepire la voce di Dio pure nel sogno. Solo il giusto sa aspettare e obbedire a Dio. Solo il giusto sa guardare e aiutare i suoi fratelli con verità e umiltà. Il Giusto ascolta e custodisce. Il Giusto è leale e credente. Il giusto è fedele e paziente. 
Fedele all’amicizia, fedele alla Parola, rispettosa della vita e del terreno sacro di ogni persona.

P. Modesto Ouedraogo camilliano, cappellano casa generalizia Grottaferrata



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