Settembre Mese dedicato al Beato Padre Luigi Tezza

22 settembre 

Ogni giorno pubblicheremmo parte della Tesi di Magistero in Scienze Religiose indirizzo catechetico La virtù della carità in Padre Luigi Tezza di Suor Haida Echevarria Schmidt. 


continua di ieri  pag. 62-64

Capitolo terzo 

La carità messa alla prova 

Introduzione 

Ogni cristiano in quanto tale è chiamato a riprodurre in sé l'amore di Cristo, un amore che si "affatica" (Cf 1 Ts 1, 3) in quanto l'agape di Cristo è profondamente coinvolgente e
impegnativo. «Nel "perché" Dio in Cristo ci ha amati e ci ama c'è l'inedito fondativo della carità e della sua esigibilità. Ciò significa che, quando anche dovessero venir meno tutti i motivi umani d'amore del prossimo, tutti i supporti e gli stimoli affettivi, tutte le ragioni di relazione e di comunicazione, resta il dato incontrovertibile di essere io amato da Dio, di essere io beneficiario della carità di Cristo [ ... ]. Questo significa che l'amore di Dio per noi trova corrispondenza e reciprocità nella testimonianza dell'amore fraterno».  

La carità messa alla prova è il principio della sua vitalità dinamica. Gli uomini che si lasciano afferrare dall'amore di Dio, acquistano la capacità di leggere i segni dei tempi con lo sguardo di Cristo divenendo creativi e operativi nella storia. Tra questi si può benissimo inserire il Servo di Dio Padre Tezza. Egli, facendo esperienza dell' amore di Dio, ha saputo vivere il carisma specifico del suo Ordine nelle esigenze del suo tempo ed allargandolo anche alle donne. A questa nuova famiglia religiosa lascia in eredità un programma di carità, da vivere prima di tutto in comunità, per poi estenderlo nell'esercizio del ministero presso gli infermi. Il valore di questo programma sta principalmente nella sua testimonianza di vita che tocca punti di eroicità nell'offerta del sacrificio della sua totale separazione dalle sue figlie spirituali per il bene dell'Istituto. 

La carità che permea il vissuto concreto di Padre Luigi Tezza 

Fonte dell'amore è Dio stesso. Egli ha manifestato la pienezza del Suo amore e della Sua bontà verso gli uomini nella Persona e nell'opera di Gesù Cristo (Cf. Tt 3,4). L'uomo che fa esperienza di questo amore infinito di Dio non può non donarlo anche ai fratelli. Gesù infatti ha sintetizzato la sua dottrina nel comandamento dell'amore e noi possiamo attuarlo perché "l'amore stesso è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5, 5). Gesù si è fatto nostro modello: guardando a Lui e ascoltando ciò che ha insegnato sappiamo come amare e servire il nostro prossimo. Egli buon samaritano si accosta ad ogni uomo ferito e piagato nel corpo e nello spirito e gli dona guarigione, conforto e speranza. 

Dunque «l'uomo non soltanto riceve ed esperimenta la misericordia di Dio, ma è pure
chiamato a usare misericordia verso gli altri: Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia [ ... ]. La Chiesa vede in queste parole un appello all'azione e s'impegna di praticare la misericordia [ ... ]. L'uomo giunge all'amore misericordioso di Dio, alla sua misericordia in quanto egli stesso interiormente si trasforma nello spirito di tale amore verso il prossimo. Questo processo autenticamente evangelico non è soltanto una realtà spirituale operata una volta per sempre, ma è tutto uno stile di vita, una caratteristica essenziale e continua della vocazione cristiana» (DM 14). 


continua ....

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