Scoperta Targa Commemorativa articoli giornali

Trascrizione articolo pubblicato 13 ottobre 2021 su Roma7

di Roberta Pumpo

A due anni dalla canonizzazione di madre Giuseppina Vannini, prima santa romana della sanità, sabato 23 ottobre sarà scoperta una targa in via Giusti 7, la Casa Madre delle Figlie di San Camillo, congregazione da lei fondata con il beato padre Luigi Tezza. 

Alla cerimonia parteciperanno madre Zelia Andrighetti, superiora generale dell’Istituto delle Figlie di San Camillo, e il vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria. In via Giusti, a due passi da piazza Vittorio, Giuseppina iniziò la sua opera il 6 aprile 1892 e qui morì il 23 febbraio 1911. 

Nel 2017, nella stanza dove spirò, è stato realizzato un museo reliquiario dedicato ai due fondatori. Con l’inaugurazione della targa si completa l’itinerario camilliano nella Capitale che, partendo dalla chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, dove san Camillo de Lellis istituì la sede dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, arriva a Grottaferrata, sede della Casa Generalizia delle Figlie di San Camillo, toccando una serie di luoghi dove i santi hanno vissuto e operato.

Prosegue l’impegno della Congregazione per mantenere viva la memoria della fondatrice, raccontata nel volume “Casa Museo Santa Giuseppina Vannini. Memoria per una santità della porta accanto”, a cura di Emanuele Martinez. Elevata all’onore degli altari il 13 ottobre 2019 da Papa Francesco, madre Vannini si distinse nella carità verso il prossimo. 

Alle sue religiose ripeteva spesso di vedere «sempre negli infermi l’immagine di Gesù sofferente». Un testamento spirituale pienamente vissuto nei mesi della pandemia, durante i quali le suore non hanno mai interrotto la loro opera negli ospedali, negli ambulatori, nelle case per anziani e nei dispensari dell’Istituto, presente in 23 Paesi tra America Latina, Africa, Europa e Asia. Le 23 religiose che lavorano nei diversi reparti dell’ospedale “Madre Giuseppina Vannini” di Roma «hanno dato anima e corpo – dice madre Andrighetti -. Hanno trascorso in ospedale giorno e notte lavorando nel pronto soccorso e nelle terapie intensive sotto lo sguardo della fondatrice che le ha protette. Nessuna delle suore che svolge servizio in ospedale è stata contagiata dal coronavirus mentre nella casa generalizia di Grottaferrata 57 religiose hanno contratto il Covid-19».

La cura delle persone ammalate ha oltrepassato i confini degli ospedali perché in varie città, compresa Roma, le Figlie di San Camillo hanno assistito religiose di altre congregazioni. «Le suore si sono aperte ad altri istituti colpiti dal contagio – prosegue la superiora generale -. Alcuni ordini non li conoscevamo ma ci siamo rese disponibili. Tante consorelle hanno assistito ininterrottamente per oltre 40 giorni le religiose di altri ordini dove purtroppo ci sono stati anche dei decessi. Una missione pienamente in linea con il quarto voto delle Figlie di San Camillo, quello dell’assistenza ai malati anche a rischio della vita».

13 ottobre 2021

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Giornale La Voce



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