Settembre Mese dedicato al Beato Padre Luigi Tezza

08 settembre

Ogni giorno pubblicheremmo parte della Tesi di Magistero in Scienze Religiose indirizzo catechetico La virtù della carità in Padre Luigi Tezza di Suor Haida Echevarria Schmidt.



continuazione di ieri pag. 42-45

Il Concilio Vaticano II, ha ricordato, nella "Lumen Gentium" che tutti i battezzati, sono chiamati alla santità. L'obbligo di rispondere alla chiamata di Dio è scontato per P. Luigi, il quale, invece di insistere sul dovere di santificarsi, pensa a dedurre che, se tutti sono chiamati ad essere santi, «la santità deve essere a tutti accessibile». Il Signore, non può volere, nè tanto meno comandarci cose impossibili. Egli infatti ci ha scelti "come primizia attraverso l'opera santificatrice dello Spirito"(2Tes 2, 13)

La sua intuizione della santità costituisce l'anima della vita quotidiana, che si fa strada proprio nell'ordinarietà della vita, che si sviluppa momento per momento, in tutte la circostanze, in ogni situazione, «nel fare il bene, e questo bene ben fatto»

Fare il bene è in sostanza l'espressione concreta della carità, la quale non può cercare e volere altro che il bene del prossimo: "La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene" (Rm 12, 9), "Cercate sempre il bene tra di voi altri" (l Tes 5, 15), "E non stanchiamoci di fare il bene"(Gal 6, 9). 

È il compito fondamentale che Dio da ad ogni uomo, creandolo libero, a sua immagine, proprio perché fosse capace di scegliere il bene. Il motivo perché bisogna diventare santi è perché Dio è Santo, ci ha amati, e ci ha creati per amarlo e farlo amare. Tutto ciò lavorando con ardente zelo per la glorificazione di Dio, per la propria santificazione e quella delle anime;  nelle diverse forme che la qualificano, ossia con la benevolenza, la cura, l'attenzione, la grazia e il desiderio di dedizione che caratterizzano la vera carità. 

La sua attività apostolica, soprattutto al capezzale dei moribondi e nel confessionale, dove passava lunghe ore, trova significato in questo suo grido di sofferenza: «Iddio volesse che altrettanti potessero venire a pescare in questo mare magnum di anime che si perdono per mancanza di operai, se volessi e potessi dalle sei del mattino alle sette della sera non lascerei mai il confessionale». 

Nonostante la varietà di impegni non dava per scontato il continuo legame con la fonte sorgiva, il Cuore Sacratissimo di Gesù, dove attinge le forze del ministero, soprattutto nella pratica della presenza di Dio, rifugiandosi nel Cuore Sacratissimo di Gesù ritenendolo «incendio del santo amore», chiede di «tutelare e di ottenere sempre il desiderio e la grazia di fare il bene, di accrescere la sua fede [ ... ] e di confermare la sua speranza».  

Desiderio ardente di compiere la volontà di Dio 

Frutto di questo amore per Dio, è la necessità di conoscere e lasciarsi guidare dalla Sua volontà, perché sente che tutto ciò che Dio dispone è e sarà sempre per il suo bene: «La volontà di Dio: ecco l'unica mia guida l'unico scopo dei miei sospiri, e a cui tutto voglio sacrificare. Ogni altro particolare e determinata decisione non è più e non può essere di me».

«Del resto io non ho più volontà né desideri di sorta alcuna fuori di quello che, in me si compia sempre e in ogni maniera l'amabilissimo beneplacito del Signore». 

continua.....


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