21 ottobre
Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.
In data non precisata, dopo la seconda metà del mese di giugno del 1892, il Tezza si rivolgeva al Cardinal Vicario Lucido Maria Parocchi annunciando la costituzione della comunità delle Figlie di San Camillo in Via Giusti e chiedendone l'approvazione ecclesiastica.
Il Cardinale - con il quale era stata programmata tale costituzione prima del febbraio dello stesso anno 1892 - rispose che non poteva approvare la comunità delle Figlie di San Camillo in Roma perché un decreto di Papa Leone XIII, aveva vietato la costituzione di nuove comunità religiose femminili in Roma senza il suo personale permesso. Il Tezza inviò il 15 luglio 1892 un memorandum al Sommo Pontefice chiedendo il benestare per la presenza delle Camilliane a Roma, facendo presente che egli aveva ottenuto in precedenza il permesso del Cardinal Vicario e che la costituzione del gruppo delle Figlie di San Camillo non era che una «ripristinazione» delle Terziarie Camilliane preesistenti.
«P. Tezza e Madre Vannini vivevano di fede! Sapevano che l'opera era di Gesù e che Gesù l'avrebbe tutelata. In fondo al cuore udivano risuonare, inconfondibile, la voce del Maestro: Non temere, piccolo gregge».
Il Papa, per mezzo del Cardinal Isidoro Verga, Prefetto della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari, in data 28 settembre dello stesso anno, rispondeva: Non expedire.
Ricevuto questo rescritto, con un ulteriore memorandum, il Padre ritornava a chiedere al Sommo Pontefice la grazia della permanenza a Roma del gruppo. E il 20 settembre dell'anno successivo, 1893, il Sommo Pontefice ribadiva per la seconda volta il Non expedire
continua....
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