07 ottobre
Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.
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La sua fortezza fu messa a dura prova parecchie volte nelle fondazioni, nella scarsità dei mezzi a disposizione, nelle varie malattie; però «nessuna croce, nessuna tribolazione, per quanto grave, trovò Madre Vannini impari al peso che doveva portare».
Tutto vedeva con l'occhio di Dio; per questo scrivendo a suor Gerarda Legrand affermava: «Non cerchiamo la perfezione in sogni dorati, ma nell'accettazione semplice di ciò che arriva momento per momento, mettendo in pratica il Sursum corda».
Il 1893 fu un anno critico per la vita e la sopravvivenza dell'Istituto delle Figlie di San Camillo; veniva confermato il non expedit di Leone XIII e la comunità doveva lasciare Roma. Ma la Vannini credeva nella bontà dell'opera alla quale Dio l'aveva chiamata e, come prova del suo affidamento al Signore, proprio in quell'anno accettò la fondazione di Cremona. Se la sua vita è stata segnata dalla infermità e dalle sofferenze fisiche, queste però non la fermavano; ella doveva operare per il bene delle figlie e dell'Istituto; «anzi era il suo cuore di Madre che la spingeva a dimenticare la sua debolezza, le sue infermità , la sua stanchezza pur di provvedere instancabile a tutto ciò che poteva occorrere alle figlie».
Sapeva mandare «giù bocconi amari senza farli pesare sugli altri», perché «la sua fede era ferma specialmente nelle più ardue prove».
Dovendo continuare a tenere il timone della navicella, dopo l'allontanamento del Fondatore, doveva fare la parte di padre e di madre; e la faceva in uno stile tale che le figlie non avessero a soffrire, ma crescessero forti, radicate nel vero spirito camilliano trasfuso dal Tezza.
continua...
Santa Giuseppina Vannini prega per noi. Amén
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